Sci alpino – Innerhofer tra paure e certezze: “è dura dopo la morte di Poisson! Ritiro? Io come Valentino Rossi, ecco perchè”

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Innerhofer, la paura e il ritiro: le sensazioni di Christof alla vigilia dell’esordio stagionale in Coppa del Mondo

Inizia oggi la stagione di Coppa del mondo di sci alpino maschile. Tanti italiani al cancelletto di partenza per la discesa di Lake Louise, che dovranno fare i conti, come sempre, con i tosti norvegesi. La coppa del mondo di sci inizia con un minuto di silenzio per ricordare David Poisson, lo sciatore deceduto il 13 novembre dopo una caduta in allenamento: l’atmosfera quindi sarà tutt’altro che festosa. Innerhofer ha commentato così la scomparsa di Poisson, alla viglia dell’esordio stagionale, come riportato dalla Stampa:

“Dopo l’incidente di David ero sotto shock e quando penso a quanto accaduto ho ancora paura. Dobbiamo guardare avanti, ma senza dimenticare. Quando sto per partire devo pensare alla gara e non alle tragedie, è dura, ma spero di riuscirci”.

Lo sciatore italiano ha 33 anni, ma non considera assolutamente la possibilità del ritiro. Christof è un appassionato di motori ed è proprio facendo riferimento ad un campione di MotoGp e ad uno di F1 che parla del suo addio alle gare, ancora lontano:

“Non mi sento vecchio, anzi mi sento un ragazzino. Non penso proprio di smettere. Sono come Valentino Rossi, seguo la MotoGP e sono un tifoso. Lo capisco perfettamente quando dice che la sua vita ruota intorno al circus. Mi piace vedere che alla sua età corre e vince ancora, lo fa perché ha una passione profonda per il suo sport. Anche io sono come lui, amo lo sci e sto bene solo in pista. Lasciare come Rosberg dopo aver vinto il Mondiale? No, mai. Sono orgoglioso di quanto fatto sinora e spero di essere in corsa anche in Corea. Mi sono allenato bene, ma per ora le Olimpiadi sono anche ancora lontane”.

Christof avrà una carica in più oggi a Lake Louise: gareggerà infatti col casco autografato proprio da Valentino Rossi, che ha incontrato in estate al Gp d’Austria, come da lui raccontato al Corriere dello Sport:

“Sono andato a vederlo ad agosto a Spielberg e gli ho detto che prima delle sue gare sono nervoso anch’io per lui, proprio come quando mi trovo al cancelletto per una discesa. Di solito, si dice che invecchiando si diventa più tranquilli. Nel mio caso, invece, sembra il contrario. A me piace prendere rischi, cercare i limiti, perché per vincere dev’essere cosi: mi manca ancora un po’ per essere come Bode Miller, che purtroppo si e ritirato, ma sono sulla buona strada. Negli ultimi anni ho combinato un po’ di casini e fatto parecchio spettacolo, però ora l’importante è fare risultati”

 

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