“Insigne paranzino e Sarri come Pietro Savastano”, nel Napoli come a Gomorra prima del match con la Juventus: l’intervista a Salvatore Esposito

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Salvatore Esposito parla del suo Napoli alla vigilia del big match contro la Juventus, l’interprete di Genny Savastano dice la sua opinione sulla sua squadra del cuore

Una partita considerata il big match di questa quindicesima giornata di campionato. Quello tra Napoli e Juventus è uno scontro che si ripete non solo da qualche anno ai vertici della classifica, ma che anche sul campo regala spettacolo. Al contrario degli altri anni però la squadra di Sarri  sembra aver trovato un’inerzia diversa. Il gap con i bianconeri sembra ridotto ed è proprio il club partenopeo a dettare il passo della classifica 2017-2018 della massima serie calcistica. Un nuovo scenario per il calcio italiano che, dopo il match del San Paolo, potrebbe sorridere ancora di più al Napoli ed ai suoi tifosi. Tra quest’ultimi spunta anche uno dei personaggi principali del telefilm di successo Gomorra. Salvatore Esposito, nella fiction Genny Savastano, parla del suo Napoli e della sua voglia di cucirsi lo scudetto sul petto alla Gazzetta dello Sport, con un’intervista in esclusiva da Los Angeles dove si trova e dove vedrà domani sera il match contro la Juventus.

In Gomorra chi vedrei bene? Sicuramente Insigne. Lui sarebbe un buon paranzino per Genny….  – scherza Salvatore Esposito, poi sul big match di domani sera ammette –  È una questione di mentalità: il Napoli di oggi ha una convinzione maggiore nei suoi mezzi. E, cosa più importante, credo che il gap che c’è stato con la Juve, ed era evidente quest’anno, non ci sia più. I bianconeri si battono con il gioco e con un po’ di fortuna. Lorenzo (Insigne, ndr) sta dimostrando di essere arrivato ad altissimi livelli. Il fatto che la Nazionale non abbia puntato su di lui nel suo ruolo e che non abbia costruito un modulo attorno a lui è stato un errore: era logico fare così e l’Italia ne ha pagato le conseguenze. Sarri l’ha valorizzato al massimo e Lorenzo dà la possibilità a Mertens e Callejon di esaltarsi. Si dice sempre che per un napoletano è difficile giocare a Napoli. Qualche giorno fa ho incontrato Totti, mi ha detto che giocare a Roma da romano e romanista poteva essere un peso ma erano più le volte che era un vantaggio. Il pubblico ti carica, ti gasa, ti dà più forza.

Sul mister del Napoli, Maurizio Sarri, Salvatore Esposito ha solo parole di elogio:

È un maestro di calcio, se il Napoli gioca bene come altre 2-3 squadre d’Europa senza un organico da top club europeo significa che ha fatto un grandissimo lavoro. La squadra lo segue in ogni cosa: è un grande tecnico e un grande motivatore. Un paragone con Gomorra? Sarri è il capo, è don Pietro. Speriamo che da qui a gennaio non ci siano infortuni, poi qualcosina serve. Magari un vice Mertens che ti dia la possibilità di giocare diversamente, e Inglese è un ottimo acquisto; un terzino che faccia rifiatare Hysaj, Maggio e Mario Rui; un esterno d’attacco di qualità come alternativa a Callejon e Insigne.

Tornando sulla questione Higuain (che con ogni probabilità non ci sarà domani sera), che l’attore di Genny Savastano definì un ‘pover’uomo’ all’addio al Napoli, Salvatore svela:

Da sportivo posso capire la scelta di andare alla Juve, da tifoso del Napoli no. Sino a due settimane prima si batteva la mano sul petto sotto la curva e cantava… Solo noi tifosi facciamo cose così e ci crediamo, gli altri le fanno tanto per farle. Higuain è un ottimo giocatore, questo non si può negare, quindi meglio che non ci sia…

Sullo Scudetto del Napoli poi l’interprete di Gomorra ammette:

Faccio dei gesti scaramantici ma credo che non si possa scrivere (ride, ndr). Ero un bambino quando il Napoli ha vinto i due scudetti, ho pochissimi ricordi diretti e quello che so lo so per i video e i racconti della mia famiglia. Più recentemente ricordo però quando De Laurentiis, appena preso il Napoli in C, disse “tra 10-15 anni vinceremo lo scudetto”: se ci riesce tutti quelli che l’hanno criticato dovranno fermarsi e chiedergli scusa. Ho tanti amici in squadra, Reina, Mertens, Insigne, Koulibaly. Un po’ tutti sono fan della serie ma non rivelo mai niente di ciò che succederà. Anche Maradona mi ha chiesto spoiler e non gli ho detto nulla… Magari l’avessi visto giocare dal vivo (Maradona, ndr). È lui il mio giocatore preferito. C’è un margine così grande con tutti gli altri che sarebbe irriverente pensarla diversamente. Per quello che ha dato a Napoli e per quello che è stato come figura calcistica a livello mondiale. Incontrarlo è stato come un sogno, io bambino cresciuto nel suo mito mi sono trovato a tu per tu a chiacchierarci. Bellissimo.

Su una partita da non dimenticare Salvatore Esposito non ha dubbi:

Il Napoli che vince a Torino 3-2 con la Juve nel 2009. Non è un caso forse: doppietta di Hamsik e gol di Datolo. Fu emozionante davvero. – ma sul fatto di tornare al San Paolo ha qualche difficoltà in più da quando è diventato una star del telefilm Gomorra  – Una delle ultime volte mi hanno chiesto 300 autografi… Sarebbe bello tornare però non è facile. Da ragazzino andavo nei distinti: ricordo i colori, i cori, era davvero bellissimo.

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