13 anni e 5 mesi di carcere per Pistorius, il manager di Oscar spaventa: “può commettere qualche atto inconsulto, temo per la sua salute”

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I cari di Pistorius temono per la salute dell’atleta paralimpico: le parole del manager sono allarmanti

Un’inasprimento della pena che divide, quello di Oscar Pistorius, condannato adesso a 13 anni e 5 mesi di carcere: se da una parte infatti la famiglia di Reeva Steenkamp, fidanzata dell’atleta paralimpico da lui ucciso nella sua abitazione a colpi di pistola, si sente adesso sollevata, consapevole che è stata fatta giustizia per la bella modella, i cari di Pistorius sono allarmati, distrutti e preoccupati. “Sono distrutto, affranto, col cuore a pezzi”, ha scritto sui social il fratello di Oscar, Carl. Più allarmanti invece le parole del manager dell’atleta,Peet Van Zyl, che, come si evince dalle sue dichiarazioni riportate dalla Gazzetta dello Sport, sembra essere preoccupato per la saluta di Pistorius:

“Non lo vedo da aprile è la famiglia che gestisce le visite. Rispetto alla prigione dove ha scontato la prima parte della pena, la Kgosi Mampuru II Prison, è in una situazione migliore, più adatta a un disabile, in una cella singola, per sua maggior protezione, con la vasca da bagno al posto della doccia, in un carcere meno grande, l’Atteridgeville Correctional Centre, appena fuori dalla capitale Pretoria. Ma temo molto per la sua salute e che possa commettere qualche atto inconsulto. Non stava già bene allora, immagino adesso. In Sudafrica l’opinione pubblica sul suo conto è sempre più divisa. Non sono un avvocato, ma mi dicono che in un altro Paese, date le evidenze, sarebbe già stato scagionato. Forse paga il suo nome, la sua popolarità, il suo essere uomo e bianco, il suo stato sociale. E’ come se lo avessero usato per una “sentenza esemplare”. Personalmente provo un grande dolore”

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