Vuelta di Spagna, Fabio Aru svela: “sono contento della vittoria in classifica generale dell’Astana, senza di me però…”

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Fabio Aru contento della vittoria della classifica generale a squadre dell’Astana alla Vuelta di Spagna

LaPresse/Reuters

Fabio Aru ha concluso al dodicesimo posto la Vuelta di Spagna. Il ciclista dell’Astana ha sofferto in alcune tappe ma ha cercato di restare sempre col gruppo dei migliori. La seconda parte di stagione però rimane eccezionale per il sardo: al Giro del Delfinato fino al Tour de France ha dato sfoggio di tutto il suo valore. Ai campionati italiani ha vinto la maglia Tricolore e nella grande corsa francese ha trionfato a La Planche des Belles Filles e indossato per qualche giorno la maglia gialla.

Fabio Aru ha analizzato la prestazione alla Vuelta di Spagna: “la doppietta con il Tour è durissima, stressante. Io avevo fatto Giro e Vuelta nello stesso anno, e posso dire che non ci sono paragoni. È più facile, c’è più spazio per riposare. Complimenti a Froome che ha fatto un’impresa davvero eccezionale e a Vincenzo che ha centrato un secondo posto di grande valore. Non ci sono state tappe da 5000 metri di dislivello come nel 2015, quando vinsi io, al massimo 3500 metri nella giornata di Sierra Nevada, ma è stata combattuta tutti i giorni. Per me è stata una stagione complicata: al di là dei giorni di gara, credo 67, è stata stressante – ha dichiarato il corridore dell’Astana come riportato da La Gazzetta dello Sport -. Dovevo fare il Giro, la testa era lì, e poi mi sono fermato per la caduta quando non dovevo fermarmi, e poi sono ripartito, e poi il Tour. Per questo ci tenevo a onorare questa Vuelta. L’ho finita che ero veramente stanco. E mi sono ricordato le parole di Nibali al Tour 2016, quando mi disse: ‘Ci sono dei giorni che sono proprio morto'”.

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Fabio Aru è contento della vittoria dell’Astana nella classifica a squadre. La squadra kazaka ha vinto alcune tappe con Miguel Angel Lopez (2 frazioni) e Aleksej Lucenko (1 frazione): “sono molto contento della vittoria dell’Astana nella classifica a squadre, e senza di me non ci sarebbe stata. E so che in squadra ci tenevano molto – ha proseguito – L’avevamo vinta soltanto al Giro 2015, quando arrivai secondo alle spalle di Contador. Preferisco chiudere la stagione manifestando gratitudine nei confronti di chi mi ha fatto passare professionista, di chi mi ha dato il pane. Da parte mia, pur non al 100% perché la Vuelta non era nei programmi, ci ho messo tanto impegno”.

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Tra le tappe che Fabio Aru non ha dato il massimo sono la cronometro di Logrono e soprattutto l’Angliru. Nella frazione contro il tempo, il sardo ha preso ben 3’03” e peggio sulla salita 15′. Il ciclista dell’Astana ha spiegato cosa è successo: “certe volte è più facile mollare che continuare, è tanto lo stress di chi fa classifica. Io sono rimasto lì finché ho potuto – ha continuato -. Nella crono non avevo buonissime sensazioni, poi le gambe non sono più andate. E’ stato importante arrivare a Madrid anche per capire come reagiva il corpo a fare due grandi giri a distanza così ravvicinata”.

Fabio Aru ha poi annunciato il suo calendario per questo finale di stagione: “ho la maglia di campione italiano e ci tengo a farla vedere in Italia: farò le classiche di fine stagione, l’Emilia, la Tre Valli Varesine, la Milano-Torino e il Lombardia – ha concluso -. Poi mi prenderò un bel periodo di riposo. Devo avere la testa libera per ripartire nel 2018“. Adesso Fabio Aru è a casa e venerdì sarà alla fiera CosmoBike a Verona e domenica correrà la sua PedalAru a Villacidro, in Sardegna.

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