Nuoto, prosegue l’inchiesta sulla morte di Mattia Dall’Aglio: ecco i nomi dei primi indagati

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La Procura di Modena ha aperto un’inchiesta sulla morte del nuotatore Mattia Dall’Aglio, iscrivendo nel registro degli indagati due persone

Un dolore profondo, un senso di disperazione immane, una morte difficile da spiegare. Soprattutto se riguarda un ragazzo di 24 anni avvezzo all’attività sportiva.

Il decesso di Mattia Dall’Aglio rimane avvolto nel mistero e, proprio per far luce su questa triste vicenda, la procura di Modena ha aperto un’inchiesta per accertare cosa effettivamente è accaduto all’interno di quella stanza privata adibita a palestra. I primi nomi a finire nel registro degli indagati sono quelli di Mirco Merighi, responsabile della palestra dei Vigili del Fuoco, e Luciano Landi, l’allenatore di Mattia, entrambi assistiti dall’avvocato Giulio Garuti. Un atto dovuto e preventivo nei loro confronti e nulla più, saranno poi le indagini condotte dal procuratore capo di Modena, Lucia Musti, a individuare i responsabili di questa dolorosa vicenda. “Procederemo con ogni tipo di accertamento — sostiene il pm — anche sui liquidi biologici, non solo per accertare lo stato di salute del ragazzo, che potrebbe anche aver avuto un’anomalia congenita della quale non si era a conoscenza, ma anche una eventuale assunzione di farmaci che potrebbero aver cagionato una situazione di grave pericolo“.

All’interno di quella sala ben ventilata, Mattia Dall’Aglio stava trascorrendo uno dei suoi tanti pomeriggi d’agosto con l’obiettivo di lavorare sul suo fisico esclusivamente per un fine personale, e non per prepararsi a qualche gara. L’attività agonistica, ormai, non era più nei pensieri del nuotatore 24enne, proiettato verso la laurea e il mondo del lavoro. Un obiettivo sfumato che, per volere del rettore dell’Università di Modena e Reggio, potrebbe diventare realtà nella prossima sessione di laurea, visto che l’Ateneo ha intenzione di conferire a Mattia la laurea alla memoria. Affranto, infine, anche Mirco Merighi, responsabile della struttura sportiva e iscritto nel registro degli indagati: “quello che è successo a Mattia inspiegabile. Se si fosse trattato di un atleta non preparato, non avremmo mai permesso che restasse solo. Mattia è un atleta di cui ci fidavamo, stava bene e non aveva mai accusato malori. Ci difenderemo se le accuse cadranno su di noi. La stanza in cui è stato trovato è a uso privato. Per questo non abbiamo bisogno di autorizzazioni. Abbiamo visto dalle immagini del video di sorveglianza, installato dopo aver subito diversi furti, che stava facendo allungamenti“.

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