F1 – Paul, che idee rivoluzionarie: ecco come Hembery vuole cambiare il futuro delle quattro ruote

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Paul Hembery e le idee rivoluzionarie per una F1 sempre più appassionante e unica: ecco a cosa ha pensato il direttore Pirelli Motorsport

Dopo una lunga pausa estiva, i piloti della F1 si apprestano a tornare in pista per il dodicesimo appuntamento della stagione, il Gp del Belgio, sul circuito di Spa Francorchamps. Ferrari e Mercedes continueranno a sfidarsi per il titolo Mondiale, ma dovranno fare i conti i piloti della Red Bull pronti ad una seconda fase di stagione scoppiettante. In attesa del ritorno in pista però c’è chi pensa a delle rivoluzioni nel mondo a quattro ruote veramente… incredibili.

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Stiamo parlando di Paul Hembery, direttore Pirelli Motorsport: “bisognerà decidere se si vuole un campionato di F.1 per Costruttori piuttosto che per team. Se si vuole puntare sulle presenza delle Case auto, come io credo, bisogna creare una situazione a lungo termine nella quale tutte possono partecipare e magari non vincere, ma senza correre il rischio di crearsi un’immagine negativa”, ha dichiarato il 51enne in un’intervista a Motorsport.com.

Molti marchi si sono orientati verso la Formula E, altri si sono impegnati nel GT perché è stato trovato un bilanciamento delle prestazioni: nessuna Casa è in palese difficoltà al punto da rovinarsi la reputazione. So che l’adozione di un BoP in F.1 sarebbe contraria alla visione di tutti i tecnici che ci sono nel paddock, ma si è visto a Le Mans che è possibile trovare un punto di equilibrio pur con soluzioni tecniche molto diverse e spendendo delle cifre ragionevoli. I costi attuali di un top team arrivano a 300/400 milioni di euro. Parliamo di cifre eccessive per portare due macchine in giro per il mondo in 20 appuntamenti stagionali. Io credo che il pubblico sarebbe molto attratto da un progetto egualitario che s’ispiri anche alla montante sensibilità ecologica”, ha continuato Hembery.

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Bisogna fermare l’escalation. L’esempio lo abbiamo nel calcio, dove certi ingaggi o certe quotazioni di giocatori oggi sono considerate immorali dagli stessi tifosi. Dobbiamo trovare un nuovo equilibrio anche nei GP. Bisogna coinvolgere i grandi Costruttori per fare in modo che 10 Case investano per 10 anni in F.1. Questa sarebbe la condizione ideale. Si potrebbe creare un BoP specifico per la F.1: ci sono molti modi per equiparare le prestazioni delle monoposto. Penso che il peso sarebbe molto osteggiato nel paddock, ma c’è molta elettronica sulle macchine e ci sono molti modi per trovare un buon equilibrio. Basta guardare cosa hanno fatto a Le Mans: anche se le tecnologie erano molto diverse, alla fine le prestazioni erano molto simili. Se si vuole è fattibile…”, ha aggiunto il direttore Pirelli Motorsport.

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E’ necessario rimettere il pilota al centro. Il pubblico deve capire se un pilota riesce a fare la differenza su un avversario. La domanda più ricorrente che sento fra gli appassionati è sempre la stessa: chi è il miglior pilota di Formula 1? Dobbiamo dargli delle risposte. I tifosi preferiscono identificarsi in un pilota più che in una squadra. Ho già accennato all’idea di creare dei campionati regionali di F.1, rivoluzionando l’attuale calendario. Quando parlo con i nostri mercati scopro che fanno fatica a sapere quando c’è un GP: il diverso fuso orario ha un effetto, ma non solo. Io credo che sia possibile creare dei campionati regionali per aree geografiche: America, Europa, Asia. La serie americana potrebbe comprendere le gare di Città del Messico, Austin, Montreal e Interlagos. A queste si può aggiungere un GP in Argentina dove c’è una passione folle per la F.1 e un altro paio di gare negli Stati Uniti: Los Angeles piuttosto che New York o Miami. Insomma si potrebbe creare un calendario americano che dovrebbe occupare solo un paio di mesi”, ha spiegato Hembery, entrando nel dettaglio.

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Io le gare le metterei una in fila all’altra per creare poi una pausa nella quale le squadre potrebbero avere il tempo di sviluppare le macchine per la serie successiva. In questo modo si creerebbe un interesse a livello regionale che adesso di fa fatica ad alimentare perché adesso il campionato di F.1 è molto focalizzato sull’Europa. La diffusione televisiva dei GP è studiata in funzione degli orari del Vecchio Continente. E, invece, si potrebbero lanciare tre mini campionati per poi assegnare il titolo mondiale come sempre. Oggi c’è un calendario che non lega gli eventi, perché si va dall’Australia alla Cina e poi si torna dopo mesi in Oriente per correre a Singapore e in Malesia. Insomma c’è un grande scollegamento che fa anche crescere enormemente i costi di trasferta. Se si creano i campionati regionali, invece, la gente sa che per un paio di mesi la F.1 sarà la grande protagonista del proprio territorio. Ogni pilota ormai è un super-atleta, molto allenato fisicamente e preparato a livello psicologico. Se guardiamo al passato, quando una squadra non era impegnata in gara effettuava moltissimi test privati, per cui i piloti erano sempre in macchina. Non sarei preoccupato da questo punto di vista, anche perché nella mia idea fra una serie regionale e l’altra ci sarebbero dei periodi nei quali i piloti potrebbero riposarsi”, ha continuato Hembery.

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L’altro aspetto sul quale la F.1 deve puntare è la tecnologia. Il mondo sta cambiando in fretta e si sta andando verso l’elettrico che non sarà l’unico, perché l’ibrido è una bella realtà che sarà valida nei prossimi dieci, quindici anni. La F.1 aveva iniziato con il KERS sui motori V8 prima di arrivare alle power unit attuali. Oggi si usano tecnologie che non riusciamo a spiegare al grande pubblico. Nella mia idea di F.1 avrei pensato a una semplificazione: su qualsiasi vettura ibrida di serie c’è un display nel quale è possibile osservare da dove arriva l’energia e come si sfruttano le batterie. Perché non facciamo qualcosa di simile anche in F.1? In questo modo gli appassionati avrebbero modo di capire che non si consuma solo della benzina, ma c’è un aspetto elettrico che permette al motore ibrido di raggiungere un’efficienza impensabile pochi anni fa. Dobbiamo fare uno sforzo per rendere più fruibile la conoscenza di questa tecnologia che è molto estrema, ma simile a quella delle macchine che girano per la strada. La F.1 concede ad altri campionati la possibilità di comunicare di essere i più evoluti, mentre le monoposto 2017 sono le vetture più avanzate che esistono nel mondo delle corse. Non bisogna spiegare i segreti ma i concetti che hanno portato a certe scelte sulle macchine”, ha concluso Hembery.

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