Ciclismo-doping tecnologico, Andreoli sempre più nei guai: l’accusa del CSI e della Federiciclismo è pazzesca

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Alessandro Andreoli è sempre più nei guai a causa dell’uso di una bicicletta motorizzata durante una corsa a Bedizzole. Ecco cosa rischia l’atleta

Alessandro Andreoli è sempre più nei guai. Il cicloamatore ha utilizzato una bicicletta Argon 18 contraffatta con un motorino nel telaio durante una corsa a Bedizzole. Csi (Centro sportivo italiano) sta lavorando da diversi giorni con la Federciclismo per far processare l’atleta per questo motivo sarà processato dalla magistratura per frode sportiva. Il CSI in un comunicato, pubblicato su La Gazzetta dello Sport, ha attivato un procedimento di illecito sportivo nei confronti di Andreoli:  l’atleta, sospeso al traguardo, dopo che la sua bicicletta è risultata truccata – motorino nel telaio – è tesserato con Acsi, ente di promozione sportiva diverso dal Csi, ma il Csi ha piena e totale competenza sul caso nella sua fase istruttoria. Attivato dunque d’ufficio il procedimento di illecito sportivo, dopo la denuncia”. Soddisfatto il presidente nazionale che ha commentato l’operato del CSI: “nella corsa contro il doping oggi è una giornata importante per il Csi. Credo che con questo piccolo gesto sia stata fatta una grande azione di moralità per chi come noi crede nel fattore umano e persegue chi trucca il motore – ha dichiarato Vittorio Bosio -.  Siamo consapevoli che non è questo un successo finale, ma un bel “traguardo volante” importante nella storia delle due ruote italiane”.

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