F1 – Clamoroso colpo di scena nel caso Sassi, emergono verità misteriose: il motorista usato come… capro espiatorio!

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Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, la Ferrari avrebbe sacrificato Sassi per evitare di subire penalizzazioni da parte della FIA

Continua a far discutere la decisione presa dal presidente Marchionne di sollevare dal suo incarico nel Reparto Corse Lorenzo Sassi, uomo di fiducia di Mattia Binotto e capo progettista delle power unit delle monoposto di Formula 1. Una scelta arrivata come un fulmine a ciel sereno all’interno della scuderia di Maranello, a maggior ragione considerando che proprio il reparto dei motori è uno di quelli che funziona meglio all’interno della struttura in rosso.

LaPresse/Photo4

Le ipotesi paventate circa questo spostamento di Sassi al prodotto sono molte, alcune di difficile interpretazione altre molto superficiali come per esempio quella relativa ai problemi di famiglia. Ebbene, secondo quanto raccolto dal Corriere dello Sport, la situazione sarebbe molto più seria del previsto e farebbe riferimento all’accusa che da un po’ di tempo la Ferrari riceve dagli altri team, relativa all’inserimento in camera di scoppio di quantità eccessive di olio, che bruciano migliorando le prestazioni. Ad attaccare direttamente e in modo chiaro il team di Maranello è stata la Red Bull, rivoltasi alla FIA per fare chiarezza su questo dispositivo tutt’altro che invisibile, il quale avrebbe comportato la presenza in macchina di ben quattro serbatoi supplementari di olio motore.

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La richiesta del team di Milton Keynes? La cancellazione di tutti i punti conquistati da Melbourne fino a Baku dalla Ferrari nella classifica Costruttori, una linea durissima che Maranello ha cercato di evitare. Come? Ammettendo di aver sbagliato rimuovendo immediatamente il dispositivo, con una relativa veri?ca interna per l’individuazione di chi l’avesse autorizzato. Eccoci finalmente a Sassi, individuato come il capro espiatorio per evitare la penalizzazione da parte della FIA. Essendo una figura di spicco del reparto motori e anche obiettivamente non essenziale, la Ferrari ha deciso di sacrificarlo per evitare di incorrere in pesantissime sanzioni che avrebbero potuto vanificare tutti gli sforzi compiuti dallo scorso inverno fino ad oggi. Niente problemi personali quindi, né decisioni interne prese da parte di Marchionne: Sassi sarebbe stato semplicemente il capro espiatorio per non evitare la furia della FIA. E’ questa la verità? Forse non lo sapremo mai, ma qualcosa senza dubbio dovrà essere successo…

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