Una vittoria che profuma di riscatto, Pasini e quella lesione… ‘benevola’: così Mattia ha sconfitto il destino!

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L’infortunio pesantissimo al braccio e quel limite diventato oggi un vantaggio, Mattia Pasini racconta i segreti della sua vittoria

Sono passati 2.926 giorni da quello straordinario sorriso arrivato al Mugello davanti all’amico Marco Simoncelli, battuto proprio grazie ad un ultimo giro uguale a quello di ieri. Mattia Pasini è tornato, tanti anni dopo. Ha scelto ancora il Gp d’Italia per gridare al mondo la sua voglia di vittoria e avvertire quel senso appagante di aver dato tutto.

LaPresse/Alessandro La Rocca

Una gara dominata, complicatasi poi nell’ultimo giro e raddrizzata grazie a due sorpassi che resteranno nella storia del circuito toscano. Tutto made in Pasini certo. Marquez e Luthi lasciati quasi immobili, impotenti davanti ad un pilota che, nei pressi dell’Arrabbiata 1, si è trasformato in campione. Un successo voluto e sudato, per sbatterlo ancora in faccia a quel destino che ha deciso di complicargli la vita all’età di 14 anni. Incidente in motocross e recisione di un nervo del braccio destro, incapace di tornare al 100% delle sue funzioni. Piangersi addosso? Nemmeno per sogno, impossibile per un pilota nato e cresciuto nella terra dei motori.

LaPresse/Costanza Benvenuti

Pasini allora ha addirittura spostato il comando del freno anteriore sul lato sinistro, compiendo davvero un miracolo. “Non so come riesco a compensare la mancanza di forza, non ho mai guidato queste moto con il braccio a posto. Per me non è un limite, anzi, forse è addirittura un vantaggio: sono più forte mentalmente“. Un destino beffardo sconfitto con l’amore per le due ruote, quella passione che ieri gli ha regalato un’altra giornata memorabile. Come quella di 2.926 giorni fa, quando Mattia abbracciava Marco Simoncelli dopo un duello da mille e una notte. “Grazie al Sic che, sono sicuro, mi ha dato una spinta per vincere questa gara“. Ne siamo convinti anche noi!

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