F1 – Vettel, il canto, il futuro in Ferrari e quei dolci ricordi su Schumi: “non diceva cose senza senso nemmeno dopo qualche drink di troppo”

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A tutto Sebastian Vettel: il tedesco della Ferrari tra passioni, ricordi e idee sul futuro

Archiviata la prima giornata di prove libere del Gp di Azerbaijan, ottavo appuntamento della stagione 2017 di F1. A dominare entrambe le sessioni ci ha pensato l’insospettabile Max Verstappen, riuscito a mettere tutti in fila sia al mattino che al pomeriggio. Buona nel complesso la giornata per la Ferrari, con Sebastian Vettel in quinta posizione nelle Fp2.

LaPresse/Photo4

Un uomo d’altri tempi, che non ama la vita “social”, ma preferisce guardare negli occhi le persone con cui sta parlando. Un uomo con i motori nel sangue ma con tante altre passioni e qualità: “da piccolo desideravo essere Michael Jackson. Non scherzo, da ragazzino avevo davvero una voce molto bella. Ma appena è cominciata la pubertà, ho perso ogni chance come cantante. Così ho puntato tutto sulle corse“, ha infatti dichiarato il tedesco della Ferrari in un’intervista a La Gazzetta dello Sport.

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Non solo F1 e canto ma anche… moto d’epoca: “innanzitutto, se decido di uscire in moto, è per il puro piacere di farlo. Ci deve essere una bella giornata, il sole deve splendere e mi devo godere il clima, la vista dei paesaggi, le strade e ovviamente la moto. Le mie sono vintage (Bmw, Kawasaki e altre; ndr), per cui vado piano. In genere sono contento se torno a casa senza intoppi. Mi è anche successo di restare a piedi per una perdita d’olio. Ma per fortuna oggi viene in soccorso il telefonino. Ci sono tanti percorsi stupendi sulle montagne fra la Svizzera, l’Austria e l’Italia. Vorrei andare in moto lungo la Tremola, sul passo del San Gottardo, dove sono stato solo in macchina. Magari mi farò aiutare da una guida“.

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Un ferrarista che si rispetti non può non conoscere la storia di Enzo Ferrari e Vettel, da quando guida per il team di Maranello, si è documentato molto: “in passato non avevo letto molto, ma adesso sono attirato da qualsiasi pubblicazione che parli di lui. Mi colpisce il fatto che sia stato un uomo con una visione. Oggi il marchio del Cavallino è conosciuto in tutto il mondo, ha un significato globale, ma allora nessuno poteva immaginarlo. Ed è incredibile pensare che tutto questo sia scaturito dalla mente di una sola persona. E’ un peccato che Enzo Ferrari non ci sia più. Qualcuno dirà che sono fortunato, perché era molto severo nel giudicare i piloti (sorride; ndr), ma le sue idee e i suoi principi sono ancora attuali e sopravvivono attraverso le persone che lavorano a Maranello“.

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In generale, la mia vita è quella di una persona normale. E’ vero, non è facile sentirsi sempre a proprio agio, quando tutti in giro ti riconoscono, ma penso che siamo noi a decidere come vivere. Io vado dappertutto senza problemi, se qualcuno mi chiede attenzioni e sono a cena con la mia famiglia, dico di no con gentilezza e la gente capisce. Alla fine scopri che ci sono meno ostacoli di quello che pensavi. Perciò, è bene non porsi limiti. Ciascuno è il capitano sulla propria barca“, ha aggiunto Vettel, spiegando di non avere una vita poi tanto stravolta nonostante la popolarità.

Un’esperienza, quella in Ferrari, che sta dando molto al tedesco della Rossa, che dagli italiani sta ‘rubando’ tanto: “la passione per il cibo, la cultura, lo stile di vita, il piacere della compagnia, l’atmosfera familiare. La vita è fatta per essere goduta e in questo senso c’è tanto da imparare da voi“.

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Mentre sulle differenze tra lui ed Hamilton ha aggiunto: “effettivamente è un po’ come accostare il bianco e il nero (e fa una smorfia autoironica sapendo di avere detto una freddura; ndr). No, scherzo. Mi è difficile rispondere, perché in realtà Lewis non lo conosco. Non passiamo molto tempo insieme. Forse l’unico momento in cui siamo vicini è quando lottiamo in pista. Però gareggiamo dai tempi della Formula 3 e non abbiamo mai avuto contrasti personali. Ci sono tante cose, nel modo di vivere di Lewis, che io non farei. Ma probabilmente lui direbbe lo stesso di me“.

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Impossibile poi non parlare di Michael Schumacher: “io penso di avere avuto l’occasione di conoscere Michael due volte. La prima quando stavo crescendo e lui era il mio eroe, per un bambino è stato come incontrare Dio; poi quando ero diventato grande anch’io e sapevo molto di più della F.1. Uno era il campione, l’altro la persona. Ho conosciuto “che cosa” era Michael e “chi” era. Non l’ho mai visto fuori forma, arrabbiato, qualche volta semmai l’ho visto dopo che aveva bevuto parecchi drink (sorride; ndr), ma non gli ho mai sentito dire qualcosa che non avesse senso. Riusciva sempre a mantenere il controllo. Lo stesso quando guidava, in F.1, nei kart o su un buggy alla Corsa dei Campioni: era sempre sicuro di sé e padrone della situazione. Michael è stato una enorme fonte di ispirazione per me, ma se ti metti a scorrere i suoi numeri, le pole, le vittorie, i mondiali, non c’è partita (mima il gesto delle braccia che cascano; ndr). Di sicuro, la mia più grande ambizione al momento è diventare campione del mondo con la Ferrari. Ho già conquistato quattro titoli, sono fortunato come pochi, ma voglio riuscirci ancora“.

Mentre su Marchionne e le recenti dichiarazioni che invitano Vettel a rimanere in Ferrari ha ammesso: “è bello sentirlo. Negli ultimi anni c’è chi lo ha criticato, sostenendo che ci mettesse troppa pressione addosso, ma pochi sono al corrente di quello che succede davvero nella squadra. E’ chiaro che Marchionne vuole vincere, è un uomo ambizioso, ma ci sta aiutando il più possibile, fornendoci tutti i mezzi di cui abbiamo bisogno. Ci sono due aspetti di lui: da un lato il tifoso appassionato di corse e di F.1, dall’altro il top manager molto intelligente e capace. Saremmo degli stupidi a non ascoltarlo. Però, come ho detto, il contratto al momento non è la priorità. Siamo tutti concentrati per vincere“.

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Devi essere pronto a lottare con chiunque, perché è il team che decide chi metterti vicino, non sono io che comando alla Ferrari. Se potessi scegliere, terrei Kimi per il semplice fatto che abbiamo molto rispetto reciproco e questo di per sé risolve tanti problemi. E’ come all’asilo, quando due bambini si contendono un dolce o un giocattolo: non si metteranno mai d’accordo su chi merita quel premio. Noi, però, ci rispettiamo così tanto che spesso, dopo una qualifica o una gara, ci sediamo a tavola e ci diciamo chapeau. Se io sono andato meglio, lui non è felice. E viceversa. Ma siamo abbastanza uomini da stringerci la mano e ammettere che l’altro quel giorno è stato più forte, anche se odiamo la cosa e non vorremmo accettarla. Fa parte della maturità, dell’onesta e anche della grandezza di uno sportivo“, ha aggiunto Vettel prima di far capire che rimarrà ancora in Ferrari: “non ho niente di cui lamentarmi. Di solito i tedeschi si lamentano sempre, anche quando vengono in vacanza in Italia e il cibo e il clima sono fantastici, hanno sempre qualcosa da ridire. In questo senso, io non sono molto tedesco. Sono felice alla Ferrari. Non c’è niente che parli a sfavore. Credo che non ci saranno grandi sorprese. Non sono preoccupato io e non ha fretta la Ferrari“.

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