Quando il calcio non ha colori… L’esempio di papà Bonucci e le ‘scelte’ coraggiose del piccolo Lorenzo

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    LaPresse/Fabio Ferrari
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Leonardo Bonucci con il figlio Lorenzo allo stadio tifano Torino, un’immagine di un padre che insegna al proprio figlio a fare le sue scelte

Il calcio non ha colori“. Questo deve aver insegnato Leonardo Bonucci a suo figlio Lorenzo. Il piccoletto, infatti, al contrario di quanto si possa pensare non portava ieri sulle spalle, quando era allo stadio con il difensore della Juventus, una maglia bianconera allo stadio. Proprio no. Il figlio del calciatore della Nazionale aveva una maglia del Torino calcio. “Oltraggio”, si potrebbe pensare. “Uno juventino che tifa Toro“; “non erano acerrimi nemici?”. 

L’immagine di un padre che porta allo stadio il proprio figlio tifoso della squadra che per lui rappresenta ‘il nemico’ è al contrario l’immagine di sport più bella che si possa immaginare. Certo forse Leonardo Bonucci non avrà di certo ‘accettato’ facilmente la fede granata del figlio visto l’attaccamento alla sua di maglia, ma di certo da buon padre (quale ipotizziamo sia) avrà accettato la strana ‘inclinazione’ del pargoletto.

Un buon padre in fondo dovrebbe fare proprio quello: mostrare le possibili strade da scegliere, insegnarti come si fa a percorrerle e lasciarti libero di andare a decidere la tua. E non importa se si tratta di una banale scelta di tifo calcistico o di un’importante scelta per il tuo futuro, un padre ti lascia libero di scegliere quale sarà la tua strada, anche se può capire prima e meglio di te se sarà sbagliata. Così Bonucci si piega al volere di un figlio “ribelle” e coraggioso insegnando a tutti noi che il calcio non è rivalità e ingiurie, ma il calcio è in grado anche di unire e mettere in gioco valori che potrebbero fare andare d’accordo proprio tutti.

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