Michele Scarponi, Valerio Capsoni: “avevamo appuntamento ieri sull’Etna, ho ancora la sua voce che mi risuona nelle orecchie”

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SportFair

Valerio Capsoni, scrittore e cicloamatore, ha raccontato a SportFair l’esperienza di ieri della pedalata Cefalù-Etna e alcuni aneddoti su Michele Scarponi

Valerio Capsoni è uno scrittore e cicloamatore molto esperto. È autore di molti libri come: Nibali. Un signore in giallo, e Dalla Sicilia alle Alpi – Sulle grandi salite del Giro e del Tour. Ai microfoni di SportFair ha raccontato la sua esperienza disputata ieri nella pedalata Cefalù-Etna per combattere 2 malattie terribili come Duchenne e la Becker e sopratutto aneddoti tra lui e Michele Scarponi.

Ieri hai percorso la ‘gara amatoriale’ Cefalù-Etna per combattere la Duchenne e la Becker. Quali sono state le tue sensazioni e qual è il significato più profondo di questa iniziativa che ti piace sottolineare?

“Innanzitutto tengo a sottolineare che non si è trattata di una gara, ma di una pedalata senza tempi o classifiche. Come per le iniziative precedenti, la Pedara – Messina sul percorso della quinta tappa del Giro dItalia 2017, e la Ragusa – Monreale, 265 km da un capo all’altro della Sicilia, il significato è tenere alta l’attenzione sulla lotta alla distrofia muscolare, dimostrando che con la forza di volontà si può raggiungere qualsiasi traguardo, anche sconfiggere questa terribile malattia. Per ciò che mi riguarda sono soddisfatto, perché anche la giornata di ieri, comunque molto faticosa, è stata portata a compimento portando con sé un grande carico di emozioni e suggestioni”.

Ci saranno altre iniziative simili a quelle di ieri? Se si quali e dove e quando?

“La lotta alla Duchenne non si ferma, perché la ricerca ha continuamente bisogno di fondi. Molto è stato fatto, l’aspettativa e la qualità della vita dei bambini affetti da questa malattia col tempo stanno aumentando, ma c’è ancora tantissimo da fare, anche perché le sovvenzioni pubbliche sono molto limitate, e c’è bisogno del sostegno da parte di tutti. Ogni contributo è fondamentale. Ecco perché le associazioni Parent Project Onlus e Amici di Edy Onlus riceveranno il mio supporto e quello degli appassionati anche in futuro. Quindi saranno certamente organizzate altre iniziative, e stiamo già lavorando in questo senso. Abbiamo diverse idee in cantiere, e vedremo di concretizzarle presto”.

Tra pochi giorni inizia il Giro d’Italia ma dopo l’improvvisa morte di Michele Scarponi nessuno ha voglia di considerarla una “festa”…

“La morte di Michele è stata una tragedia, per i familiari, per gli amici e per tutti coloro che nel corso degli anni lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene. Era impossibile non volergliene. Il Giro d’Italia purtroppo parte con questa ombra nel cuore di tutti gli appassionati. Siamo profondamente colpiti e scossi”.

La morte di Michele Scarponi è stata un colpo al cuore per tutti gli amanti del ciclismo italiano. Che ricordo hai di lui?

“Michele era un ragazzo solare, sempre con la battuta pronta, esattamente come traspariva dallo schermo e come tutti hanno imparato a conoscerlo. Ho avuto modo di conoscerlo cinque anni fa sull’Etna durante il ritiro invernale della Lampre, e da allora è nata una bella amicizia, protrattasi nel tempo tutte le volte che abbiamo avuto occasione di rivederci. Michele era affezionato alla Sicilia e all’Etna. Avrebbe fatto sul vulcano una settimana di rifinitura in vista del Giro, che lo avrebbe visto in veste di capitano della Astana dopo il forfait forzato di Fabio Aru. Ieri ci avrebbe infatti atteso all’Hotel Corsaro, al termine della nostra Cefalù – Etna, e avrei avuto modo di poterlo riabbracciare. Abbiamo comunque voluto dedicare la tappa alla sua memoria”.

Come era Michele Scarponi fuori dall’ambito agonistico?

“Un professionista serio e un compagnone. Un atleta di altissimo livello e il compagno di banco con cui ridere e scherzare. Ogni volta che mi rivedeva esclamava “ehi, Capsoni! Grande!”. Ho ancora la sua voce che mi risuona nelle orecchie, e il suo sorriso contagioso. Ho mandato un messaggio al suo ex DS Orlando Maini, sgomento e incredulo quanto me. Con loro ricordo tanti bei momenti, anche in sella, ascoltando i loro aneddoti. E’ una pagina importante per me, che porto sempre con grande affetto nel cuore”.

Hai un aneddoto particolare che ti lega a Michele Scarponi?

“Prima del Giro d’Italia 2011 sulla salita da Nicolosi ad Etna Sud comparve una scritta in un curvone. “Altro che Scarponi… il mio idolo è Capsoni!”. L’anno successivo, tre giorni dopo aver avuto la notizia che la vittoria di quel Giro era stata assegnata a lui dopo la squalifica di Alberto Contador, Michele passò davanti alla scritta e chiese ai ragazzi dell’Hotel Corsaro chi fosse questo Capsoni. Loro mi telefonarono e mi dissero che Michele voleva conoscermi e fare una foto con me davanti alla scritta. Fu così che iniziò la nostra amicizia”.

Cosa pensi del decreto salva-ciclisti? Può essere aumentare la sicurezza intorno ai corridori?

“L’iniziativa è lodevole, ma resta purtroppo sulla carta. A mio giudizio è assolutamente inapplicabile. Sulla strada siamo in balia di ciò che ci succede intorno, e anche se si cerca di andare su strade poco trafficate a volte anche una sola auto che compie una manovra imprudente può rappresentare un pericolo. Figuriamoci nei centri abitati. Anche se si rispetta il codice stradale, il ciclista rimane esposto a tutto. E’ uno sport bellissimo ma molto pericoloso, purtroppo”.

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