Caro Michele, adesso salutaci Marco e portagli un po’ del tuo contagioso e straordinario sorriso

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Caro Michele, la tua carriera si è soltanto incrociata con quella del più grande scalatore di tutti i tempi. Quando correvi il tuo primo giro d’Italia (2002), con i capelli ancora lunghi e biondi (conquistando un ottimo 18° posto finale), il Pirata era già stato sportivamente ucciso da qualche anno. In quel Giro, l’unica grande corsa a tappe a cui avete partecipato isnieme, Marco s’è ritirato dopo 16 tappe. Fu il suo penultimo Giro, sarebbe morto meno di due anni dopo. Tu hai conosciuto da vicino, e ne sei diventato grande amico, un’altra generazione di talenti straordinari: Ivan Basso, Alberto Contador, Alejandro Valverde, Vincenzo Nibali. Che per fortuna sono tutti tra di noi sulla Terra e ce li teniamo stretti.
Ma oggi, adesso che tu non ci sei più e così, all’improvviso, senza dirci nulla sei volato via, ti chiediamo un ultimo favore: salutaci Marco. Digli che ci manca tanto, come ci mancherai tu.
L’ultima missione che ti chiediamo è quella di portare al Pirata il tuo contagioso e straordinario sorriso. Marco ne ha bisogno. Lo immaginiamo ancora triste e malinconico lassù, chissà dove, ad osservare le piccole beghe terrene che lo riguardano. Ormai è emerso in modo chiarissimo quanto accaduto per eliminarlo tra 1999 e 2004. La sua memoria è completamente pulita e riabilitata (se ce ne fosse bisogno…). La camorra, le scommesse, gli imbrogli a Madonna di Campiglio per escluderlo da un Giro che aveva dominato, la falsa accusa di doping. Poi il potere del dopato americano che gli ha impedito di rialzarsi al Tour. Tutti sanno come sono andate davvero le cose, quanta ingiustizia è stata perpetrata nei confronti del più grande di tutti i tempi. Eppure quel Giro ’99 non gli è ancora stato restituito, la sentenza definitiva non è ancora arrivata, i responsabili della sua morte, prima sportiva e poi anche fisica, non sono stati individuati. Marco non può essere felice. Neanche dopo così tanto tempo, neanche lassù tra gli angeli che lo circondano.
Adesso aiutalo tu, caro Michele. Forse è questo il motivo per cui sei andato via. A pochi giorni dal Giro in cui dovevi essere Capitano, in cui potevi lottare per vincere. Il Giro del Centenario.
Ci mancherai tantissimo. Mancherai al gruppo, mancherai all’ambiente, mancherai alle tue Marche, al ciclismo, allo sport, all’Italia e al mondo e soprattutto a tua moglie Anna e ai tuoi fantastici gemellini con cui giocavi teneramente ieri sera nel salotto di casa con le maglie di leader del Tour of the Alps che gli avevi appena regalato.
Ma se riuscirai a far sorridere Marco, avrai realizzato un’ultima grande missione per milioni di tifosi di questo fantastico sport. Se quel tuo straordinario sorriso, quella tua simpatia contagiosa servirà ad immaginarti lassù che giochi, ridi, balli e scherzi con il Pirata, allora ci avrai regalato una gioia straordinaria.

Ci mancate tanto, Marco e Michele.
State bene, lassù.

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