Contestare o non contestare la ruck? La risposta, di chi ignora le regole (gli inglesi!), è polemizzare, ma l’arbitro Nigel Owens fa chiarezza
Sconfitta nel punteggio contro l’Inghilterra ma vincente sul piano della sagacia tattica e, con una punta di orgoglio tricolore, anche su quello della ‘conoscenza delle regole’: l’Italia battuta 36-15 dall’Inghilterra è una Nazionale tutt’altro che allo sbando. La tattica di non contestare la ruck, messa in atto dai ragazzi di O’Shea ha messo estremamente in difficoltà i nostri avversari che, a fine partita hanno attaccato duramente l’operato degli azzurri, bollandolo come una ‘scorrettezza‘. Sembrerà strano dirlo, ma per una volta le polemiche dopo una partita che tanto appartegono al nostro essere italiani, questa volta sono frutto delle lamentele dei nostri avversari (vincitori!).
La mossa che ha messo in imbarazzo gli inglesi, colti completamente impreparati dal colpo da maestro di O’Shea, è completamente legale, lo conferma l’arbitro gallese Nigel Owens, fra i migliori in circolazione. “Bah, queste polemiche mi sorprendono. I giocatori di solito vanno preparati e conoscono i regolamenti e in ogni caso di solito gli arbitri internazionali prima dei match parlano con le squadre che arbitreranno di situazioni di questo genere per chiarire ogni cosa – ha spiegato Owens – Noi arbitri abbiamo da tempo affrontato la questione e sappiamo bene come gestirla. Perché non è una novità, questa tattica si era già vista in passato, anche di recente: i Dragons a Connacht pochi giorni fa, tanto per fare un esempio. Le regole lo consentono. Dunque? Haskell che chiede lumi a Poite? Ecco, questo francamente mi ha sorpreso: un giocatore deve conoscere le regole della ruck“.
Vincitori si, ma colpiti nell’orgoglio: la piccola Italia ha sgretolato le certezze della seconda Nazionale più forte al mondo dietro gli All Blacks che nonostante la vittoria, hanno dovuto mascherare la loro ‘ignoranza’ dietro una polemica davvero poco british.
