Tre generazioni di Zaytsev a confronto: Viaceslev, Ivan e Sasha, la storia di una famiglia del volley

SportFair

La famiglia Zaytsev in una lunga intervista in cui parla del suo passato tra volley, nuoto e sfide tra padre e figlio

Tre generazioni di Zaytsev a confronto – Tre generazioni a confronto, quelle che si affiancano in un percorso di vita e di sport, quelle della famiglia Zaytsev. Da Viaceslav, a Sasha, passando per Ivan. Tre generazioni dalla Russia all’Italia. Com’è avvenuto questo passaggio dal gelido Paese ex comunista, alla più calda Italia? La famiglia Zatsev lo racconta in una lunga intervista nelle pagine della Gazzetta dello Sport a cui spiega come la famiglia Zaytsev si sia innamorata e trasferita in Italia con il cuore e per lo sport.

Tre generazioni di Zaytsev a confronto – Viaceslav Zaytsev è uno dei primi pallavolisti russi ad approdare nel Paese degli spaghetti e mandolino, insieme ai colleghi Syelivanov e Antipin arriva in Italia. Zaytsev Senior infatti sbarca prima a Spoleto, poi ad Agrigento, a Città di Castello e a Foligno. Proprio mentre si trova nella città umbra Viaceslav diventa papà di Ivan che seguirà nelle sue esperienze lavorative e sportive.

zaytsev xTre generazioni di Zaytsev a confronto – Con la gara di Champions League tra Perugia e Belgorod si segna un nuovo passo nella storia della famiglia Zaytsev. Per la prima volta in Italia infatti si sono incontrati padre e figlio da avversari, in occasione di ciò il padre dello schiacciatore azzurro parla del figlio Ivan e di ciò che si prefiggeva per di lui: “ho sempre pensato che Ivan potesse diventare un ottimo palleggiatore e quando ho saputo che a Roma aveva cambiato ruolo mi sono molto arrabbiato. Ma adesso mi rendo conto che è diventato uno dei top player in questo ruolo. E sa far tutto. Se dovesse servire anche il palleggiatore”.

Tre generazioni di Zaytsev a confronto – Tutto diverso con il nipote Sasha che a 2 anni e mezzo si diletta giocando a pallavolo con il nonno come si vede in alcuni video sul profilo social Instagram di Ivan Zaytsev. “Subito a lezione da nonno Slava. Qui non stiamo mica ad asciugare gli scogli”, commenta papà Ivan a didascalia del video tra il nonno ed il nipotino. “Oggi (ieri, ndr) abbiamo lavorato sul palleggio – commenta invece nonno Viaceslav sull’allenamento con il piccolo biondissimo pallavolista -. Sasha è bellissimo, sorride, è entusiasta”.

Tre generazioni di Zaytsev a confronto – Raccontando invece i suoi esordi Ivan Zaytsev commenta: “tutto è cominciato nel corridoio di casa a San Pietroburgo. I primi palleggi sulle gambe di papà, poi l’inizio a 6 anni sempre in Russia prima del ritorno in Italia a 9 anni”. “Perché il volley e non il nuoto? – si domanda Ivan – Perché in famiglia le decisioni le prendeva papà”. Commenta Zaytsev prendendo in analisi la scelta di intraprendere lo sport del padre e non quello della madre, il nuoto appunto.” E poi non è che il nuoto mi abbia mai appassionato o interessato da un punto di vista sportivo. Nuotare è una cosa che però mi rilassa. Soprattutto la rana, non credo sia un caso”.

zaytsev bbTre generazioni di Zaytsev a confronto –  «In campo papà era molto diverso rispetto a me – continua lo schiacciatore azzurro raccontando il rapporto con il padre -. Forse anche per il ruolo che ricopriva: da palleggiatore non puoi mai lasciarti andare come invece faccio io dopo un attacco vincente o un punto esaltante. E comunque nonostante siamo padre e figlio siamo cresciuti in realtà diverse con esperienze diverse che ci hanno forgiato in modi differenti. Il carattere che viene fuori durante le partite appartiene a me e al mio vissuto”. Parlando poi del sostegno della sua famiglia il pallavolista argento alle ultime Olimpiadi ammette: “ognuno in modo diverso ma tutti mi fanno sentire la vicinanza nelle mie avventure sportive”.

Tre generazioni di Zaytsev a confronto –Prima un bronzo a Londra, poi l’argento a Rio. – commenta il tecnico Viaceslav padre di Ivan – Va bene, non è ancora arrivato al mio livello (un oro e due argenti, ndr) ma c’è sempre Tokyo. Deve continuare ad allenarsi così e questo a Perugia è l’ambiente giusto. Può diventare decisivo come Tetyukhin. Meno punti del solito ma tanto lavoro sporco che serve per vincere».

Condividi