Altro che approccio, così Montella ha suicidato il Milan

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Terzini troppo alti, pressing che non ha portato ai frutti sperati. La spregiudicatezza tattica di Montella è costata carissimo al Milan

LaPresse/Spada
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Milan, che suicidio Montella – Applausi e zero punti. Perché nel cuore e negli occhi di molti tifosi rossoneri rimane la grande prova d’orgoglio che ha portato il Milan ad un passo dal pareggio contro il Napoli. Carattere, rabbia calcistica, aggressività: traversa di Pasalic, poi altre potenziali occasioni, compreso il colpo di testa di Donnarumma sventato da Reina nei minuti di recupero.

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Milan, che suicidio Montella – Ma i primi 25 minuti però non possono essere cancellati. Ed è lì che tatticamente Montella ha suicidato il Milan: Abate e Calabria altissimi sono stati un ‘regalo’ al quale nemmeno Maurizio Sarri credeva. Una gioia per gli inserimenti di Callejon e Insigne e i risultati si sono visti. Due gol, un rigore non assegnato, una occasione fallita clamorosamente da Mertens. Una spregiudicatezza tattica costata carissimo: con un pressing alto che fa fatto il gioco del Napoli, che della capacità di palleggio ne fa da sempre uno dei punti di forza.

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Milan, che suicidio Montella – Quando Montella ha abbassato nuovamente i terzini, arretrato il baricentro e affidato le chiavi del gioco a Sosa (in ombra nella prima mezz’ora) il Milan è salito d’intensità. Troppo tardi. La voglia di sorprendere questa volta è costata davvero cara a Vincenzo Montella: un suicidio tattico che allontana il Milan dalle zone di vertice della classifica.

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