NBA – Ray Allen si ritira, la lettera d’addio al se stesso 13enne è emozionante: “ragazzo ecco cosa ti attende”

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Ray Allen si ritira ufficialmente. L’ex Boston e Miami scrive una lettera emozionante al se stesso di 13 anni per prepararlo alla vita che lo aspetterà

Sembrava dover tornare in NBA. Sembrava che il periodo di pausa fosse servito solo a raccogliere le idee e a capire che senza basket, non può fare a meno. Sembrava. Come riportato da ‘NbaReligion.com’, Ray Allen ha invece spiazzato tutti: ‘Candyman’ ha annunciato tramite una commovente lettera al se stesso 13enne, pubblicata su ‘ThePlayerTribune’ il suo addio al mondo NBA. Ecco la lettere tradotta:

Caro Ray Allen,

quando scenderai dallo scuola-bus, domani, entrerai in un mondo completamente nuovo. Niente che tu non abbia già vissuto. Ogni volta che tuo padre viene mandato di istanza in una nuova base dell’Air Force sei costretto a dire addio ai tuoi amici e iniziare una nuova vita.  E’ sempre la stessa storia ogni tre anni. Nuova scuola, nuova cultura, nuove facce.

California del Nord. Poi Germania. Poi Oklahoma. Poi Inghilterra. Poi California del sud.

E ora Dalzell, in Carolina del Sud.

Sei stato abituato ad essere il ragazzino che nessuno conosceva. La maggior parte della tua esistenza l’hai passata cercando di farti nuovi amici, cercando di mostrare alla gente che sei una brava persona e che non fai nulla di male. Sei stato abituato ad essere un outsider.

Sei sempre stato abbastanza bravo a farlo.

Questa volta però è diverso. Siamo a metà dell’anno scolastico. Tutti già si conoscono tra loro. Tu sei in una età critica, e i bambini sono… i bambini sono semplicemente cattivi.

Sei cresciuto in una famiglia militare per tutta la vita. Fino ad ora, i tuoi amici venivano tutti da famiglie di militari. Hai camminato per il quartiere con la tua carta di identità appesa al collo come un cane. Hai passato gli anni delle elementari in Gran Bretagna. Non lo realizzavi ancora, ma per alcune persone parli proprio bene.

Quando scenderai da quello scuola-bus in Carolina del Sud domani, e aprirai la tua bocca, quei ragazzini ti guarderanno come fossi un alieno.

“Parli come un ragazzo bianco” diranno.

Ti guarderai intorno a scuola e  guardando gli altri ragazzi già tutti in gruppi ti sentirai come se non avessi un posto al mondo. Ti chiederai: Chi sono realmente? A cosa servo?

Sarò completamente onesto con te: vorrei dirti che sarà tutto più facile, che tutto andrà a posto. Ma non andrai mai bene con i ragazzi bianchi… Con i ragazzi neri… Con i nerd… Addirittura con gli sportivi.

Sarai il nemico di tante persone semplicemente perché non sei di quel posto. E questa sarà, nello stesso tempo, la cosa migliore e la cosa peggiore che ti sia mai successa. Io voglio soltanto che tu faccia una cosa: vai al campo di basket, passaci più tempo possibile. Su quel parquet puoi costruire la tua esistenza.

Il mondo è molto più grande di Dalzell, Carolina del Sud. Se segui il tuo piano, lo scoprirai. Ricordatelo quando sei nel letto il sabato e la domenica mattina e fuori senti il motore del furgone militare di tuo padre che si accende.

Conosci quel rumore. Non ti piace.

L’unica cosa che vorrai fare sarà tornare a dormire, ma non farlo. Prendi le tue scarpe e precipitati giù dalle scale perché se ne sta per andare. Hai esattamente due minuti prima che quel furgone parta. Tuo padre è in servizio militare e se non arrivi al campo della base militare entro le 9 in punto dovrai aspettare fuori tutto il giorno.

Imparerai un sacco su quel campo. Da giocatore 13enne quale sei, giocare contro persone più grandi ti insegnerà a giocare in transizione anche quando non ce n’è bisogno. Sarai così veloce su quel campo che ti chiameranno Showtime quando ti vedranno entrare in palestra. Durante le partite, quando sarai a bordo campo, voglio che ascolti le storie di quelle persone. Ne sentirai tante davvero interessanti.

Ah come vorrei tornare indietro nel tempo..

L’alcol si è preso la parte migliore di me.

Avrei dovuto…

Avrei potuto…

Vorrei poter tornare indietro, ragazzo..

Ray, cerca di fare qualsiasi cosa per non poter mai dire quelle frasi quando sarai vecchio. Devi restare concentrato al massimo perché le cose diventeranno sempre più complicate man mano che avrai successo sul parquet. Quando inizierai ad attirare l’attenzione dei grandi college ci saranno sempre quelli che ti diranno: “UConn? Vuoi stare in panchina per 4 anni?”

Dal momento che non bevi alcolici ti diranno: “Ehi, diventerai alcolizzato una volta arrivato al college. Lì non fanno altro che bere e tu non sarai pronto”.

Ci saranno molte persone che non vorranno vederti avere successo. Ascoltami e lasciale perdere, è inutile discutere con loro, non porta a nulla.

Al contrario, però, ricordati con esattezza cosa ti hanno detto. Come te lo hanno detto. Ricordati le loro facce. Conserva le loro voci nel tuo cervello e fa che siano il motore che ti porta ad alzarti con determinazione tutte le mattine.

E quelli che ti diranno che sei un predestinato? Lascia perdere anche loro. Quando avrai gli occhi di mezza nazione su di te inizierai a sentire frasi come il tiro di Ray Allen è un dono di Dio”.

Fidati di me: a Dio non interessa se segnerai o sbaglierai il prossimo tiro. Dio ti ha dato e ti darà tante cose cose, ma non ti darà un jumpshot efficace. Quello può dartelo solo il duro lavoro quotidiano.

Non essere così ingenuo da pensare di essere già pronto per tutto quello che avverrà al college, sia in campo che fuori. Non sei pronto, ragazzo.

Al liceo penserai di sapere con certezza cosa comporta essere un grande giocatore. Fidati di me, non ne hai la minima idea. Quando arriverai a UConn il tuo coach ti mostrerà veramente quanto è dura. Il suo nome e Jim Calhoun. Non finire nella sua lista nera.

Quando entrerai in palestra per il primo allenamento, sii pronto per un “inferno su ruote”. Sarai emozionato per il fatto di vestire la divisa degli Huskies, per il fatto di poter iniziare a tirare. Poi però Coach Calhoun ribalterà la situazione.

Matricola” ti dirà, “Pensi di meritare di vestire questa divisa? Tu non meriti questo privilegio. Non ancora.

Poi l’assistente inizierà a distribuire dei semplici completi grigi a tutte le matricole.

Voglio vedere un po’ di sudore” dirà il coach.

Fino a quel preciso momento, penserai che il tuo basket sia in procinto di emergere, che tirerai qualche jump shot e mostrerai le tue abilità.

Quando però verrai posto di fronte al primo allenamento di Coach Calhoun, allora penserai:oh, questo gioco è una merda”.

Verrai posto di fronte all’ allenamento più duro della tua vita. Ti mancherà il respiro, sarai piegato. Ma la cosa più importante è che la palestra di Storrs avrà l’aria condizionata, mentre il tuo corpo era abituato a giocare in quella sauna che è la palestra nel South Carolina, dove l’aria condizionata non c’è.

Alla fine dell’allenamento, Coach Calhoun metterà tutti in linea e inizierà a camminare su e giù, guardando tutti i giocatori.

Quando arriverà da te, guarderà la tua maglietta. Ci sarà una sola minuscola goccia di sudore scorrere dal tuo pomo d’adamo.

Ti guarderà. Poi guarderà quella minuscola goccia. Poi di nuovo te.

“Questo è tutto? Huh…bene, devo supporre che non abbiamo lavorato abbastanza duro, Allen.”

L’allenamento successivo sarà ancora più duro.

Quell’uomo andrà dannatamente vicino a distruggerti, ma ti renderà un giocatore e una persona migliore. Questo sarà solo un assaggio di ciò che realmente occorre per diventare grandi.

Qualche giorno dopo, avrai uno dei momenti più memorabili della tua vita. Ti alzerai alle 5.30 del mattino, andrai nella sala pesi per allenarti, dopodiché tornerai nel dormitorio e farai la doccia prima di andare in classe.

Ti metterai una camicia e una cravatta, ti metterai lo zaino sulle spalle e camminerai per il campus diretto alla tua prima lezione della giornata.

E’ molto presto, perciò è tutto molto silenzioso. Le foglie rumoreggiano sotto le tue scarpe. Hai dolore ovunque, ma i tuoi vestiti sono perfetti. Hai lavorato. Sei pronto. Hai un obiettivo.

Non so cosa ci sia di particolare in quel momento, ma mentre camminerai, penserai: “wow. Sono uno studente del college. Non importa quello che accadrà alla fine di questo cammino, renderò fiera la mia famiglia”.

Quando arriverai in classe e ti siederai, le ragazze si gireranno verso di te e ti diranno: “Hey, perché sei vestito in questo modo?”

Risponderai: “Perché io posso.

In quel momento ti sentirai come se avessi conquistato il mondo.

Potrei terminare qui questa lettera, e tu probabilmente saresti comunque emozionato al pensiero di ciò che stai per raggiungere nella vita. Ma tu hai 18 anni di carriera NBA di fronte a te.

Come posso riassumere quasi due decenni di NBA? Cosa devi sapere veramente? Cos’è realmente importante?

Ti troverai ad affrontare i tuoi eroi: Michael Jordan e Clyde Drexler.

Giocherai con degli Hall of Famers: Kevin Garnett, Paul Pierce, Lebron James, Dwyane Wade.

A volte ti spaventerai.

A volte penserai di non essere all’altezza.

Ma nonostante tutto, ogni giorno ti presenterai all’allenamento e continuerai a lavorare.

Prenderai più di 26.000 tiri in carriera. Di questi, all’incirca 6 su 10 finiranno fuori dal canestro. Questo gioco è un figlio di puttana, ti avevo avvertito.

Tuttavia, non ti devi preoccupare. Un uomo di successo è fatto di 1.000 fallimenti. O, nel tuo caso, 14.000 tiri sbagliati.

Vincerai l’anello a Boston.

Ne vincerai un altro a Miami.

Le personalità presenti in quelle due squadre saranno molto diverse, ma queste due franchigie avranno qualcosa in comune: le abitudini.

Le solite, noiose abitudini.

Lo so, vuoi sapere qual è il segreto per avere successo in NBA.

Il segreto è che non c’è nessun segreto.

Sono semplicemente le solite, vecchie noiose abitudini.

In qualsiasi spogliatoio ti verrai a trovare, tutti diranno le cose giuste. Tutti diranno che saranno pronti a sacrificarsi per il successo, che saranno pronti a fare qualsiasi cosa per vincere un titolo. Ma questo sport non è un film. Non si tratta di essere l’uomo che risolve il quarto periodo. Non riguarda le chiacchiere. Questo sport si basa sul lavoro quotidiano, soprattutto quando nessuno sta guardando.

Kevin Garnett, Paul Pierce, LeBron James, Dwyane Wade. Gli uomini con i quali vincerai dei titoli sono molto diversi tra loro. Ciò che li rende campioni sono le solite, vecchie noiose abitudini. Entreranno in competizione per vedere chi sarà il primo ad arrivare in palestra, e l’ultimo a lasciarla.

I giocatori che credono che questo sia un mero cliché, che pensano che ciò non dovrebbe riguardarli perché Dio gli ha regalato il talento, attraverseranno la loro carriera senza mai vincere un titolo NBA.

Ma vorrei che tu capissi qualcosa di più profondo. Il punto non è vincere campionati.

Certo, ci sarà un senso di appagamento e di soddisfazione quando, ricordandoti di chi ti ha sempre detto che non ce l’avresti mai fatta, alzerai il trofeo sopra la tua testa.

Scaldapanchine.

Alcolista.

Ragazzo bianco.

Sarò onesto con te, dopo aver vinto il primo titolo realizzerai che il brivido è fugace. Il senso d’affermazione è fugace. Se queste sono le uniche emozioni che inseguirai, finirai con l’essere molto depresso.

I titoli vinti hanno un’importanza secondaria rispetto alla sensazione che avrai nello svegliarti ogni mattina per andare a metter su del lavoro. I titoli vinti sono come quando ti trovi in aula a UConn, con indosso la tua camicia e la cravatta stretta al collo. Sono solamente il culmine di tutto ciò che c’è dietro.

E’ nel tragitto percorso per arrivare a quei momenti, così come nella tua passeggiata in quella tranquilla mattinata di autunno nel Connecticut, che troverai la felicità.

Lo penso davvero, ciò che ti dico viene dal profondo del mio cuore: il bello della vita non è nella destinazione, ma è nel tragitto che farai. E quel tragitto percorso ti cambierà come persona.

Lascia che ti  racconti un’ultima storia, che potrà aiutarti a farti capire a cosa mi riferisco.

Sono le prime ore del mattino del 21 Giugno del 2013. Hai 38 anni, e solamente poche ore prima hai alzato al cielo il titolo di campione NBA con i Miami Heat.

Sei campione NBA per la seconda volta nella tua carriera.

Sei sdraiato a letto e sono circa le 5 del mattino, ma non riesci a dormire.
Finalmente, attorno alle 7, ti alzi e ti dirigi al piano di sotto. Tutti i tuoi amici e la tua famiglia sono venuti a casa tua per festeggiare – sono tutti sui divani, stanno dormendo.
Cammini in punta di piedi accanto a loro per arrivare in cucina a preparare la colazione.
Il sole si sta alzando, in casa c’è il silenzio. Sei riuscito a raggiungere quello che ti eri prefissato. Ma sei ancora senza riposo. Quindi perchè ti senti in questo modo? Non è questo quello per cui hai lavorato così duramente?

Attorno alle 7:30, sali in macchina e vai a fare un giro.

Parcheggi di fronte ad un edificio bianco, stanno aprendo ora.

Quando attraversi la porta, il receptionist ti guarda e dice, “Ray? Cosa… cosa ci fai qui?

Non riesco a dormire”

“Ma… hai appena vinto il titolo.”

“Yeah, volevo solo uscire da casa.”

“Ma… sono le 8 del mattino. E hai appena vinto il titolo.”

“Be, ho ancora del lavoro da fare su questo dente. C’è il dottore?”

Il tuo dentista esce dal suo ufficio.

“Ray? Cosa ci fai qua?”

“Non riuscivo a dormire

Questo è quello che il successo è per te. Tu sei quel tipo di ragazzo che va dal dentista la mattina dopo aver vinto un titolo NBA.

Lo so, amico.

Lo so.

Ma per realizzare i tuoi sogni diventerai una persona differente. Diventerai ossessivo sulla routine da mantenere. Questo avrà un costo in termini di amicizie e famiglia.

Molte sere non uscirai di casa. I tuoi amici ti chiederanno il perchè. Non berrai mai alcol, MAI. La gente ti guarderà come una persona divertente. Quando andrai in NBA non giocherai più a carte con gli amici. Alcune persone ti diranno che non sei stato un buon compagno di squadra. Rischierai di perdere la tua famiglia per il lavoro.

La maggior parte del tempo sarai da solo.

Questo non ti renderà la persona più popolare. Alcuni non ti capiranno. Ne vale la pena?

Solo tuo puoi rispondere a quella domanda.

Chi dovrei essere?

Domani quando scenderai da quel bus in Carolina del Sud, dovrai scegliere.

Ogni giorno per il resto della tua vita dovrai prendere delle scelte.

Vuoi adattarti, o vuoi inseguire in solitaria la grandezza?

Ti scrivo quest lettera come da persona 41enne che si sta ritirando dal Gioco. Ti scrivo come un uomo che è completamente in pace con se stesso.

L’inferno che vivrai quando scenderai da quel bus sarà temporaneo. La pallacanestro ti porterà molto lontano da scuola. Diventerai molto di più che un semplice giocatore di basket. Sarai un attore in un film. Viaggerai per il mondo. Diventerai un marito, un padre di 5 meravigliosi figli.

Ora, la domanda più importante nella tua vita non è “chi dovrei essere?” e neppure, “cosa devo fare per vincere ancora un campionato?”

La domanda è: “Papà, indovina cosa è successo durante la lezione di matematica oggi?”

Questa è la ricompensa che ti aspetta alla fine del viaggio. Vai al campo, stai in campo.

Molte persone non capiranno veramente chi sei. Ma sapranno quanto hai lavorato.

Ray Allen

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