Paolo Maldini: il GiocaManager che vuole tutto e subito

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Paolo Maldini vuole carta bianca in cambio di accettare un ruolo nel Milan, ma davvero l’ex capitano si merita questo ‘riconoscimento’?

La vicenda di Paolo Maldini è interessante. Parecchio. Perché pone alcune domande fondamentali per chi si occupa di un’azienda, di qualsiasi tipo essa sia.

LaPresse/Gian Mattia D'Alberto
LaPresse/Gian Mattia D’Alberto

Paolo Maldini ha dimostrato, nel corso della sua lunga carriera da calciatore, fedeltà alla maglia e alla società Milan, professionalità nell’essere sempre un atleta, serietà estrema nei suoi comportamenti dentro e fuori dal campo, lungimiranza nelle scelte di vita, fortuna nell’ereditare geneticamente un DNA familiare importante. Da questo punto di vista, Maldini sarebbe perfetto per le sue doti sopracitate per garantire a questo Milan un futuro ben radicato nel più bel passato rossonero. Dall’altra parte, Paolo richiede alla società “carta bianca” in un ambito dirigenziale nel quale, a onor del vero, ancora non ha dimostrato nulla. Togliendo a Maldini il “Maldini giocatore”, quel che resta è una lisca senza carne, un manager alla prima esperienza senza alcun pedigree a nobilitarne l’esigenza. La carta bianca la ottieni dopo aver dimostrato coi fatti e con i risultati che, in quell’area di competenza, sei uno che vale. Al momento, questi requisiti, Paolo non li ha. Che fare dunque, di questo GiocaManager?

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