Paolo Maldini vuole carta bianca in cambio di accettare un ruolo nel Milan, ma davvero l’ex capitano si merita questo ‘riconoscimento’?
La vicenda di Paolo Maldini è interessante. Parecchio. Perché pone alcune domande fondamentali per chi si occupa di un’azienda, di qualsiasi tipo essa sia.
Paolo Maldini ha dimostrato, nel corso della sua lunga carriera da calciatore, fedeltà alla maglia e alla società Milan, professionalità nell’essere sempre un atleta, serietà estrema nei suoi comportamenti dentro e fuori dal campo, lungimiranza nelle scelte di vita, fortuna nell’ereditare geneticamente un DNA familiare importante. Da questo punto di vista, Maldini sarebbe perfetto per le sue doti sopracitate per garantire a questo Milan un futuro ben radicato nel più bel passato rossonero. Dall’altra parte, Paolo richiede alla società “carta bianca” in un ambito dirigenziale nel quale, a onor del vero, ancora non ha dimostrato nulla. Togliendo a Maldini il “Maldini giocatore”, quel che resta è una lisca senza carne, un manager alla prima esperienza senza alcun pedigree a nobilitarne l’esigenza. La carta bianca la ottieni dopo aver dimostrato coi fatti e con i risultati che, in quell’area di competenza, sei uno che vale. Al momento, questi requisiti, Paolo non li ha. Che fare dunque, di questo GiocaManager?