MotoGp, velato attacco di Guido Meda a Lorenzo? Il giornalista: “da immaturi parlare di complotto”

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Con un post su Facebook, Guido Meda sembra scagliarsi contro Lorenzo, convinto che la Michelin stia falsando il Mondiale di MotoGp

Con il Gp di Silverstone ormai alle spalle e quello di Misano all’orizzonte, Guido Meda è voluto intervenire sulla questione che sta tenendo banco all’interno del paddock della MotoGp, cioè il comportamento degli pneumatici durante le gare. Secondo Jorge Lorenzo, le gomme starebbero condizionando la corsa al titolo mondiale, ma il giornalista di Sky sembra completamente in disaccordo con lo spagnolo, come si evince da un post pubblicato su Facebook.

LaPresse/PA
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“Passino gli haters, ma trovo un po’ sconcertante che gente esperta e del settore o sedicente tale avanzi qua e là l’ipotesi che il gommista in Motogp stia decidendo chissà quali dinamiche. Se non altro perchè con tutti i casìni che hanno e l’esperienza che devono fare è impossibile che abbiano la possibilità di occuparsi di altro. A me bastano gli occhi per vedere che la Motogp attraversa un momento d’oro, che ci ha offerto sette vincitori in sette gare diverse senza che ci fosse alcuna logica di privilegiarne alcuni o penalizzarne altri (che senso avrebbe agevolare Vinales, Crutchlow o Miller?). Mi bastano gli occhi per capire che abbiamo avuto una serie di gare anomale per le condizioni del tempo come non se ne vedevano da anni; il che può aver reso più evidente il problema che ha Lorenzo, che secondo me tornerà al posto che merita la sua immensa classe non appena ci sarà del buon tempo atmosferico.

LaPresse/EFE
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Mi bastano gli occhi per vedere con che razza di intelligenza ha corso Marquez da quando è stato il momento di conservare (tranne l’ultima gara in cui, per fortuna, ha mollato gli ormeggi del buonsenso e ci ha fatto divertire con una gara pazzesca). Dobbiamo pensare che agevolano Marquez, penalizzano Lorenzo, Rossi un po’ sì e un po’ no, la Ducati un po’ sì e un po’ no, la Suzuki un po’ si e un po’ no, Crutchlow un po’ sì e un po’ no? Secondo quale criterio? Dai. Mi bastano gli occhi e le orecchie per sapere che in safety commission le gomme, che in passato sono spesso state un tema sensibile , ora non lo sono più. Mi pare ingiusto pensarlo, ingiusto nei confronti di piloti e team che si fanno un mazzo così per arrivare ai risultati che portano a casa.

 Ingiusto persino per Piero Taramasso e il suo staff Michelin che hanno fatto della trasparenza (tutte le volte che potevano almeno) la loro bandiera, in un anno in cui hanno preso – anche meritandosele – delle badilate di fango pesantissime. Perchè al primo anno non è facile azzeccarle tutte. Anzi, è più facile sbagliarle tutte. Molte le hanno sbagliate. Lo hanno ammesso. Sono stati affrontati dei rischi, ma si è anche corso ai ripari con tempi onorevoli. Le lacune restano. Il fatto che Jorge in Inghilterra avesse la gomma dietro che girava sul cerchio è di certo un problema a cui porre rimedio, ma sapevamo tutti che passando da Bridgestone a Michelin sarebbe stato un anno di transizione.

LaPresse/EXPA
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Non può essere però che tutte le conclusioni da trarre passino per le vicende del buon Jorge con le sue difficoltà. Può pure essere che essendo destinato altrove non stia vivendo nel team la continuità necessaria per essere perfetto. Ma il complotto no dai. Non in una visione serena e oggettiva di un mondiale già bello che cerca di migliorare. Quando la fornitura delle gomme era aperta c’era margine di intervenire e sarà pure successo. Il monogomma, che può non piacere, ha posto fine alla discrezionalità vincolando il campionato a regole rigide di attribuzione. Premesso tutto questo monto Bridgestone di primo equipaggiamento sulla mia macchina e Pirelli sc1 e sc2 per le mie sgroppatine in pista. ‘Sta malattia del complottismo a tutti i costi mi pare semplicemente un segno di immaturità, specie se riguarda persone mature”.

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