Rio 2016: gli USA addestrano le unità antiterrorismo brasiliane

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Manca poco a Rio 2016: gli USA addestrano le unità antiterrorismo brasiliane per eventuali attacchi chimici e biologici

L’intelligence degli Stati Uniti sta addestrando le unità antiterrorismo brasiliane a rispondere ad eventuali attacchi chimici o biologici e a identificare i cosidetti ‘soft target’ come ristoranti, locali notturni e centri commerciali che potrebbero essere presi di mira. Lo scrive il “New York Times”, mentre mancano tre giorni all’inizio delle Olimpiadi e mentre lo Stato islamico ha intensificato la sua propaganda in portoghese.

LaPresse/Reuters
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L’addestramento va avanti da mesi e i brasiliani sono stati anche sul ‘campo’ negli Stati Uniti, assistendo a importanti eventi sportivi, come il Super Bowl nel febbraio scorso, per imparare a identificare le possibili minacce e a sventare eventuali attacchi. La cooperazione, sottolinea il giornale, segna un nuovo capitolo nelle relazioni tra i due Paesi, dopo le tensioni degli anni scorsi seguite alle rivelazioni sullo spionaggio dei leader brasiliani – a cominciare dalla presidente Dilma Roussef – da parte della National security agency (Nsa). Cooperazione che ha portato all’arresto, il mese scorso, di 13 persone accusate di appartenere al gruppo “Difensori della Sharia”, legato all’Is, e di essere impegnate nella preparazione di un attacco durante i Giochi, identificate e rintracciate grazie all’aiuto dell’Fbi.I timori per la sicurezza da sempre accompagnano la preparazione delle Olimpiadi, ma la propaganda in portoghese dello Stato islamico nelle ultime settimane e la ricerca di gente che parli portoghese hanno accresciuto le preoccupazioni degli analisti, che temono che l’Is stia tentando di reclutare jihadisti e di creare una rete in Brasile per colpire durante i Giochi.

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Il 19 luglio scorso, in un messaggio su Telegram intitolato ‘Ispirare i credenti’, si dice ai “lupi solitari di tutto il mondo che adesso possono spostarsi in Brasile, sarà molto facile ottenere visti e biglietti e viaggiare in Brasile, inshallah”. Non solo: secondo Site, sito che monitora le comunicazioni tra i jihadisti, il messaggio offre 17 suggerimenti per attacchi alle Olimpiadi, indicando come obiettivi americani, britannici, francesi e israeliani, che potrebbero essere uccisi mettendo “veleno o medicinali” nei cibi e nelle bevande o usando “droni giocattolo con piccoli esplosivi”. E, ancora, si suggerisce ai militanti di prendere ispirazione dal massacro alle Olimpiadi di Monaco del 1972, quando un commando palestinese assaltò il villaggio olimpico, prendendo in ostaggio e uccidendo 11 atleti israeliani.

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Quando gli Stati Uniti hanno cominciato a occuparsi della sicurezza dei Giochi di RIO, ricostruisce il “New York Times”, i punti deboli più evidenti sono emersi nella risposta ad eventuali attacchi biologici o con materiale radioattivo. Per questo, l’addestramento si è concentrato su questo, mentre esperti legali sottolineavano come la legislazione sul terrorismo fosse troppo ‘debole’. Così, a marzo – anche per rispondere alle voci di quanti accusavano il Brasile di non prendere la minaccia terroristica troppo sul serio – la presidente Rousseff ha firmato una legge che ha rafforzato i poteri per arrestare e tenere in carcere le persone sospettate di pianificare attacchi. “In Brasile c’è una consapevolezza crescente della minaccia del terrorismo e siamo contenti che il Brasile abbia approvato una nuova legge contro il terrorismo”, ha commentato l’ambasciatore americano in Brasile, Liliana Ayalde, sottolineando come “la legislazione abbia aperto un nuovo canale di cooperazione tra i due governi”. Nel frattempo, Brasilia ha rafforzato la collaborazione anche con la Francia – obiettivo ‘privilegiato’ dei terroristi dell’Is – che ha mandato unità di elite della polizia per addestrare i colleghi brasiliani nella sicurezza di aeroporti e sistemi ferroviari.

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