La Federazione internazionale di boxe ha respinto le accuse di corruzione, sottolineando come gli errori a Rio sono stati pochissimi
Non ci sono prove di corruzione e nella stragrande maggioranza degli incontri non ci sono stati errori nell’assegnazione dei punti.
L’Aiba, la Federazione internazionale di boxe, si difende dalle accuse. In molti hanno contestato gli esiti degli incontri ai Giochi di Rio de Janeiro, fra cui Clemente Russo, e l’Aiba riconosce che sui 239 match disputati, dopo aver rivisto tutte le decisioni assunte, “solo una manciate di esse non sono state all’altezza e di conseguenza è stato deciso che gli arbitri e i giudici coinvolti non opereranno più all’Olimpiade di Rio“. Gli esiti degli incontri ‘condizionati’ dalle suddette decisioni, però, non saranno modificati. In merito alle accuse di corruzione, l’Aiba ribadisce che “a meno di prove tangibili e non voci, useremo qualsiasi mezzo, anche legale e disciplinare, per proteggere il nostro sport la cui integrità viene costantemente messa in dubbio. Non ci faremo condizionare dai giudizi soggettivi di chi è scontento. Chiunque abbia delle prove si faccia avanti e prenderemo i necessari provvedimenti“. (ITALPRESS).