Olimpiadi Rio 2016, Ciclismo – Nibali racconta la caduta con Henao: “quella canaletta e poi il muretto…”

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Vincenzo Nibali e la caduta alle Olimpiadi di Rio 2016: lo Squalo dello Stretto racconta cosa è successo quel giorno in strada a Rio de Janeiro

Sono passati diversi giorni ormai, ma il dolore è ancora vivo dentro tutti noi, le immagini ben chiare in testa: tutti di fronte al televisore, Nibali in testa alla corsa, poi una scena che arriva all’improvviso e lascia tutti senza parole, lo Squalo è a terra, pochi metri dietro di lui anche il suo collega Henao ha assaggiato l’asfalto.

NibaliIl vuoto, l’amarezza, le lacrime, un sogno svanito in pochi secondi, a causa di una caduta che ha costretto il ciclista messinese a tornare in Italia per operarsi dopo la doppia frattura riportata.

In questi giorni, tutti si sono chiesti cosa è successo quel giorno in strada in Brasile. Come hanno fatto i due ciclisti a cadere?

nibaliMi stavo giocando tutto. Stavo veramente bene, ho provato a vincere. Stavo allungando. Non volevo il secondo o il terzo posto, no, io ero lì per l’oro. E volevo arrivare al traguardo da solo. Non in volata, non era quella la mia idea di corsa“, ha spiegato Nibali in un’intervista a La Gazzetta dello Sport.

nibaliSono entrato in curva, ho fatto una bella traiettoria. La conoscevo bene la discesa, al giro prima proprio qui ero rientrato in discesa su Fabio. Mi è partita leggermente la ruota anteriore, un po’ in derapata, come nella MotoGP. L’ho tenuta su la bici, però quando la tiri su, ti allarghi di traiettoria, ti allarghi, e così con la bici in piedi sono finito nella canalina di raccolta dell’acqua a bordo strada. E con il pedale destro ho toccato il muretto e mi sono catapultato in avanti. La canalina di scolo era scivolosa, ma questa curva l’avevamo provata tante volte in allenamento“, ha aggiunto lo Squalo.

nibaliNon è stato un errore mio, la pressione delle ruote era perfetta, io non vado alto, le avevo gonfiate a 8 atmosfere, non è stato un fatto tecnico. E’ la casualità. Era una curva infida, una curva lunga a sinistra in sequenza, divisa in due parti, e poi chiudeva“, ha continuato il ciclista messinese.

Ero sconsolato. Ho sentito subito che c’era qualcosa che non andava sulla spalla, mi sono buttato un po’ di acqua in testa. Vedere l’Olimpiade andarsene così… Era un giorno perfetto, una giornata perfetta come quella di Firenze (Mondiali 2013, 4°, ndr), le nostre Nazionali più belle. Tutti in condizione e con un ruolo ben preciso. Tutto stava girando in modo perfetto. Purtroppo in un secondo il sogno è svanito. E’ così lo sport, è il ciclismo“, ha aggiunto Vincenzo che adesso pensa solo “a recuperare. Questa è stata una mazzata!

Si correva per la vittoria e per una medaglia per l’Italia. Mi restano l’orgoglio di aver fatto una bella corsa e un gruppo in Nazionale unito come non mai. Questo gruppo l’avevamo costruito da mesi. Il percorso l’avevamo studiato senza lasciare nulla al caso. E poi… perdi tutto in un secondo“, ha concluso Nibali.

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