3 cose da migliorare nel look dei ciclisti
Ci sono alcune cose del ciclismo su cui occorre lavorare, specialmente dal punto di vista estetico. Nulla da dire per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico delle biciclette, valga per tutto la corona ovale di Froome, davvero un prodigio della meccanica e del pensiero laterale.
Però su altre cose bisogna correre ai ripari. Almeno 3 sono gli argomenti da rilanciare. Il primo di questi è il caschetto. Se c’è una cosa davvero brutta da vedere sono i caschetti dei ciclisti. Anche l’uomo più bello del mondo se dovesse indossare questi caschi di banane colorati diventerebbe ridicolo. Forme strane, protezione ancora da verificare su impatti a 90 all’ora, grande impiego di aperture e scanalature che fanno del caschetto un oggetto ai limiti del guardabile.
Secondo oggetto su cui lavorare: gli occhiali. Va bene che c’è bisogno di aerodinamica, ma le forme degli occhiali da ciclista sono pressochè identiche a quelle in voga negli anni 90. Avvolgenti, riflettenti, ampia superficie specchiante. Grosso modo lo stile non è mutato. Non c’è avanguardia né vintage, piuttosto una ripetizione infinita di uno stesso modulo vincente.
Terzo tema: i calzini. Non possiamo accettare nel 2016, da italiani, il calzino bianco su scarpetta nera indossato spesso da Nibali in Astana. In generale, comunque, il calzino corto e colorato ha bisogno di essere controllato, quando indossato, con il colore della scarpetta. Altrimenti si rischiano abbinamenti inguardabili. Speriamo che già nella prossima corsa a tappe si possano notare miglioramenti e sviluppi su questi 3 importantissimi temi-argomenti ciclistici.