La fine di Schumi

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Era il 2013. Da allora niente più Schumi. Almeno per i suoi tifosi appassionati. Perché?

Suo fratello Ralf non va più a trovarlo. Lo capiamo. Dice che non riesce a guardare suo fratello in queste condizioni. Ralf era, anche lui, pilota di Formula 1. Uno che coraggio ne aveva da vendere. Eppure dichiara candidamente che “non ce la fa”.

Action Press
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Il figlio Mick, da par suo, 17 anni, corre mietendo successi nella Formula 4.
La moglie, Corinna, dal 29 dicembre del 2013, vive con un Michael molto diverso da quello che ha sposato nel 1995. Della figlia, Gina-Maria, 19enne, si sa poco. Tutto è cambiato a Meribel, Francia. Sugli sci. Sulla neve.
Una roccia. Maledetta. Che spuntava dal terreno innevato. Bang. Impatto. Buio. Da quel giorno del sette volte campione del mondo di formula 1, Michael Schumacher, non si sa più nulla. No news. No foto. No aggiornamenti sullo tato di salute.

Foto Lapresse
Foto Lapresse

Michael è come se fosse “salito al cielo”, anche se in effetti è ancora qui, su questa terra, a lottare con il suo corpo, a lavorare con robot di ultima generazione, a sperare di farcela. La cosa di cui non siamo sicuri è che questa sia la sua volontà. La maggior parte di noi considera Schumacher ormai un ricordo, una memoria, un ex. Schumi resterà nella testa di tutti i suoi tifosi “quello che è stato”. Di quello che è oggi nessuno sa niente. Di quel che sarà domani solo Dio è al corrente. Probabilmente nessuno dei fan avrebbe piacere di scontrarsi con la fisica realtà dello Schumi di oggi. Vedere il campione che soffre è renderlo mortale. E un campione, invece, agli occhi di un tifoso, è, e deve rimanere, qualcosa di immortale. Fino alla fine.

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