Ducati-Melandri: preparate lo psicologo

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L’addio e lo psicologo nel 2008; oggi il ritorno in Ducati. Melandri, cosa è cambiato nel frattempo?

La prima immagine che ritorna in mente quando si mettono insieme i nomi di Melandri e di Ducati è quella di Marco Melandri nei box della rossa, seduto, il capo reclinato all’indietro, gli occhi fissi, persi, nel vuoto più assoluto: un uomo sul ciglio di un baratro, questo è l’ultimo ricordo di Melandri in Ducati.

LaPresse/Stefano De Grandis
LaPresse/Stefano De Grandis

Tant’è che si vociferò anche di un aiuto “forzato” da parte dello psicologo, per accompagnare il pilota in un percorso di difficilissima situazione mentale. Marco era arrivato alla rossa per “vincere all’italiana”, si ritrovava a dover lottare quotidianamente con una moto, a suo dire, impossibile da cavalcare. C’era riuscito Stoner, però, e aveva anche vinto un Mondiale. E questa cosa sprofondò sempre più il pilota Melandri in una forte crisi d’identità. Alla fine Marco e Ducati si dissero addio, e se non ricordiamo male, non ci furono parole d’amore a suggellare il distacco. Eravamo nel 2008 o giù di lì.

marco melandriOggi, luglio 2016, arriva la notizia: Melandri-Ducati, l’accordo è fatto. Marco correrà con la Ducati nella SBK 2017. E Marco dice: “Ho sempre detto che puntavo a una squadra e a una moto da vertice. Sono convinto che la Panigale possa adattarsi perfettamente al mio stile”. Ora il dubbio è: semplice memoria corta, o il lavoro dello psicologo, alla lunga, ha funzionato? Alla pista, l’ardua sentenza!

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