Ansia e terrore, yacht e champagne: la cosa strana di questo Luglio 2016

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Qualcosa di molto strano succede in questo periodo dell’anno

La cosa strana, di questi tempi estivi assai calienti, è assistere agli accadimenti che le giornate di questo Luglio 2016 inanellano senza pietà. Si rimane basìti, senza fiato, stupefatti. Sembra di essere spettatori di una pièce teatrale, i cui attori protagonisti, recitando a soggetto, danno il meglio delle loro capacità per riuscire a rendere, nella maniera più drammatica possibile, la rappresentazione dell’assurdo.

LaPresse/Gian Mattia D'Alberto
LaPresse/Gian Mattia D’Alberto

Sul palco della vita e della morte, sul palco del gioco e della realtà, sul palco delle menzogne e delle verità, si esibiscono i personaggi, i veri dominatori di questo afoso periodo. Da un lato i terroristi. Giovani. Convinti. Senza pietà. Armati di machete o di camion, mietono vittime ovunque, su promenade francesi o su treni tedeschi; non importa. L’imperativo è seminare ansia, paura, terrore. La conditio sine qua non è lasciare dietro di loro un’agghiacciante scia di sangue innocente. Tutto questo avviene, incredibilmente, ormai, giornalmente. Vittime. Morti. Corpi senza vita. Senza un perché.

columbus yachts (66)Dall’altro lato del palcoscenico, contemporaneamente, portano avanti il loro spettacolo, assolutamente incuranti e irrispettosi di quanto sta accadendo accanto a loro, sulla loro stessa terra, i calciatori e i procuratori. Sparano anche loro, ma cifre; da capogiro. 60, poi 80, poi 100, poi 120, poi 150: milioni di euro. Senza un minimo di pudore verso chi muore, senza un attimo di rispetto per chi è spirato. Accordi, contratti, soldi. Un mare di soldi. Allegria. Champagne. Piscine. Miami. Yacht. Ristoranti di lusso. Sesso. Sfarzo. Menefreghismo. Giocatori di calcio che ascoltano procuratori senza scrupoli che li convincono a estorcere sempre più zeri. Per farsene cosa, poi? Da un lato, su questo palco, esseri umani in lacrime piangono morti improvvise e insensate. Dall’altro lato, sullo stesso palco, dello stesso teatro, esseri umani inneggiano cori per l’ennesimo giocatore di calcio ingaggiato dalla loro società e atterrato in città. Estremismi forzati di questi nostri tempi malati.

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