Draymond Green usa toni amari per affrontare la vicenda della lite con LeBron che lo ha portato all’esclusione da gara-5, persa dai suoi Warriors
È un Draymond Green amaro quello che traspare dall’intervista riportata dalle pagine della “Gazzetta dello Sport”. Il cestista dei Warriors, assente in gara-5 a causa della squalifica rimediata in seguito alla lite con LeBron, ha dichiarato: “penso che se avessi giocato avremmo vinto, ma non ho potuto essere in campo perché mi sono messo nella situazione di non poter giocare. È stato ingiusto verso i miei compagni di squadra: come leader non devo più mettermi nella situazione di non poterli aiutare. In gara-6 non devo essere né una superstar, né un erore, né il salvatore. Non è quello che ci ha portato fin qui: essere un componente di una grande squadra ci ha portato fino a questo punto”.
Green si è poi soffermato sulla difficoltà dei momenti in cui è stato costretto a guardare i suoi compagni senza poterli aiutare: “è stato davvero crudele, uno dei miei giorni più difficili di sempre. I miei compagni si preparavano per la partita, io mi preparavo con loro ma era come se non lo stessi facendo veramente. I tifosi della Oracle Arena invocavano il mio nome, ma non è quello che mi interessa: io voglio essere in campo con i miei compagni”.