MotoGp, Vittorio Zito si racconta: “io a 80 anni sulla M1 di Rossi. Tensioni? Ai miei tempi si andava a donne insieme”

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In occasione del suo 85° compleanno l’ex pilota del Motomondiale Vittorio Zito racconta le difficoltà di guidare una moto negli anni ’50

Mentre il week-end di Assen continua a regalare emozioni e colpi di scena, al Moto Club Ghiselli di Bolzano è tempo di gettare un occhio al passato, ad un Motomondiale che non c’è più e che presenta pochissimi e impercettibili legami con il presente. A raccontare le gesta di quei mitici piloti è Vittorio Zito, campione degli anni ’50, che ebbe l’onore di sfidare giganti del calibro di Giacomo Agostini, Mike Hailwood, Carlo Ubbiali, James Redman e Umberto Masetti.

agostini_02 Nel suo palmarès anche la storica vittoria della Milano–Taranto del ’57, che Zito ricorda con passione: “una gara folle che si correva su strada, ma soprattutto sulla strada aperta al traffico! 1400 km da fare in un solo giorno, che vinsi alla media di 100 km/h – ha detto Zito intervistato dal quotidiano Alto Adigese si pensa alle soste rifornimento e alle strade del tempo. I 230 km/h e oltre erano punte di velocità ordinarie, con gomme e telai oggi spaventevoli al solo sguardo. Quando provai la Yamaha di Biaggi e poi la più recente M1 di Valentino mi feci una decina di giri senza problemi, girando pure su buoni tempi, pur avendo ormai già 80 anni, quando loro provarono la mia Ducati ufficiale del 1963 dopo un solo giro rientrarono ai box allucinati! Capirono tutta la pazzia che ci voleva per governare delle moto impossibili, su strada soprattutto”. Sul Mondiale di oggi, Zito sottolinea: “lo stanno uccidendo piano piano, per questo nessuno se ne accorge. Girano troppi soldi, le moto sono imprigionate nell’elettronica e non esiste più rispetto per gli avversari. Noi in gara ci scannavamo, ma poi ci si abbracciava e si andava a donne insieme. Anche se… ad ogni gara morivano almeno due o tre piloti, abbiamo anche pianto tanto”.

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