Moto GP, Rossi sulla sicurezza: “è qualcosa che non si può risolvere, dovremmo correre nel deserto”

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Valentino Rossi torna sul tema sicurezza dopo quanto accaduto venerdì scorso al Montmelò

E’ passata una settimana dal tragico incidente che è costato la vita a Luis Salom. Il giovane pilota spagnolo è caduto in curva 12, è stato preceduto sulle barriere dalla sua moto che ha rimbalzato sull’arifence e poi si è andata a scontrare contro di lui.

LaPresse/EFE
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Dopo quanto accaduto venerdì scorso durante le FP2 i piloti si sono recati insieme alla Safety Commission in pista per decidere le modifiche da apportare alla pista per una sicurezza maggiore.

Sempre attuale il tema sicurezza in Moto Gp: i piloti rischiano sempre grosso quando scendono in pista: “pensandoci su, ci sono almeno 10 curve molto rischiose. Per esempio la 4 a Motegi, dove ogni anno andiamo e diciamo che serve cambiare per avere più via di fuga, però non è possibile e questa è la realtà. Durante la stagione ci sono un sacco di punti in cui se si cade non c’è abbastanza spazio a disposizione”, ha dichiarato Valentino Rossi ad Autosport.

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Ricordo a Jerez alcuni anni fa, Roberto Locatelli ha avuto l’incidente all’uscita della curva 10. Lo sterzo è stato bloccato a sinistra e andò nel muro di sinistra in un luogo che è diritto. Dove è dritto, è impossibile avere 100 metri di via di fuga. Dovremmo correre nel deserto. Forse il Qatar è l’unico posto in cui va bene, ma Marc Marquez all’inizio di quest’anno ha bloccato l’anteriore ed è andato a sinistra. E’ molto difficile avere la sicurezza al 100%. Purtroppo è qualcosa che non si può risolvere”, ha aggiunto il Dottore.

Infine una piccola parentesi sulle riunioni della Safety Commission, alle quali il campione di Tavullia non partecipa spesso. Riuscirà ad andarci dopo quanto accaduto al Montmelò? “Non lo so, forse. Spero, sono sempre molto impegnato il venerdì, ma ci proverò”, ha concluso Rossi.

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