Sarebbero ben 2,1 milioni i veicoli interessati dal nuovo scandalo emissioni che questa volta ha travolto la Suzuki
Dopo il recente scandalo relativo ai dati sulle emissioni truccate da Mitsubishi per i modelli distribuiti sul mercato nipponico, un altro Costruttore del Paese del Sol Levante, ovvero Suzuki, ha ammesso che i dati sulle emissioni dei propri modelli non corrispondono a quelli reali.
Le ammissioni di Suzuki sono arrivate dopo che il Ministero dei Trasporti giapponese aveva chiesto alle Case automobilistiche di ricontrollare i dati relativi ai consumi e alle emissioni dei propri modelli. La Casa giapponese ha respinto l’ipotesi che siano avvenute delle manipolazioni, perché secondo il Costruttore la colpa di queste discrepanze è da attribuire ad un differente metodo di valutazione, inoltre le differenze riscontrate rientrano nelle tolleranze di misurazione e non imporrebbero nuove omologazioni ai 2,1 milioni di veicoli interessati, per un totale di 16 modelli.
Nonostante le rassicurazioni, dopo le ammissioni ufficiali della Casa, il titolo in borsa è crollato del 9,4% alla chiusura delle contrattazione e nel corso della giornata aveva raggiunto addirittura un negativo del 15%, ovvero il livello più basso da novembre 2013.