‘Spalletti di Troia’, un cavallo usato per far fuori il Tot(t)em giallorosso

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Luciano Spalletti è l’artefice della Roma post Totti e De Rossi, il primo allenatore a mettere da parte i due totem giallorossi: i risultati per ora gli danno ragione

A Roma c’era un problema. Un problema grosso. Un problema storico, diremmo. Si trattava di spostare un Totem, anzi, un Tottem. Si trattava di spostare questo storico obelisco, che è stato molto importante per la città eterna, e trovargli una nuova collocazione. Questo perché (la) Roma rischiava di soffocare a causa di quel vecchio Totem.

LaPresse/Alfredo Falcone
LaPresse/Alfredo Falcone

C’era bisogno di aria nuova, di voltar pagina, di luce diversa, a Roma. Ma nessuno osava toccare il Tottem. Nessuno voleva prendersi la responsabilità, e la briga, di mettere in discussione la storia. Nessuno voleva essere il “primo” a dire che forse, senza Tottem, si poteva stare anche meglio. A un certo punto, allora, in casa giallorossa, si è messo in atto un piano geniale. Cacciare l’allenatore francese, che non era riuscito a vincere nonostante lo avesse precocemente predetto, e riportare a Roma, in panchina, un allenatore molto amico della storia, e grande estimatore del Tottem. O almeno, così sembrava. Sembrava, per l’appunto. E invece stava proprio qui la genialità del piano giallorosso, in un cognome: Spalletti. Luciano Spalletti arriva e rivoluziona la Roma a metà stagione. Via il Tottem. Via Capitan Futuro. E terzo posto meritato in classifica. Uno Spalletti usato come cavallo di Troia, dunque. Uno Spalletti che ha dimostrato coraggio e conoscenza. Uno Spalletti da Champions, come la Roma senza Tottem!

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