DNA Napoli, paura di vincere e vertigini d’alta quota: quando il successo diventa qualcosa da temere

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DNA Napoli: le caratteristiche della seconda in classifica

Il DNA del Napoli riflette perfettamente i caratteri del presidente e dell’allenatore della squadra partenopea. Caratteri fumantini, ombrosi, a tratti medievali. Caratteri fondati su certezza inossidabili e su sicurezze che poggiano le loro basi su stili di vita ormai passati. De Laurentis e Sarri sono spesso visti come orgogliosi e immacolati spadaccini d’altri tempi, come moschettieri difensori d’un tempo che fu, come paladini di giustizie e regole che lo scorrere del calendario ha messo in ripostiglio per sempre.

LaPresse/Massimo Paolone
LaPresse/Massimo Paolone

La coppia De Laurentis–Sarri ha portato il Napoli a raggiungere vette siderali, grazie a un sano realismo, a un lavoro metodico e incessante, a un progetto intelligente e condiviso. I giocatori hanno capito che la “testa” del Napoli voleva “toccare” mete sin ora mai arrivate, e si sono messi a disposizione del mister dal primo giorno, lavorando già nel ritiro montano con droni volanti e schemi arrembanti. E il Napoli è arrivato, grazie alla nuova “testa”, in “testa” alla classifica di serie A. Poi qualcosa si è inceppato. La paura di “volare”, le “vertigini” d’alta quota, il “braccino” del tennista, la “panchina corta”: si può chiamare come si vuole. A un certo punto il Napoli ha avuto paura di vincere. E i suoi spadaccini sono stati i primi a indietreggiare. Si sono rifugiati in silenzi stampa, in polemiche sterili, in accuse infondate. E la squadra li ha seguiti: si è nascosta, ritratta, ritirata. Perdendo fiducia, perché non sentiva più il sostegno del duo De Laurentis – Sarri. Quando il gioco si è fatto duro, la dirigenza del Napoli si è fatta prendere da inutili isterismi, là dove invece chi vuole vincere deve mantenere piedi saldi e mente fredda. Occorrerà ricordare tutto questo, il prossimo anno. E farne tesoro al momento giusto.

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