Higuain, Di Francesco e la Juve: le tre stelle più luminose del firmamento calcistico italiano

SportFair

Chi ha brillato, di luce propria, illuminando il campionato: ecco i nostri tre protagonisti di questa esaltante serie A

Ci sono 3 realtà del nostro campionato che hanno brillato in maniera tale da illuminare anche il resto. Si tratta di 3 realtà diverse fra loro, accomunate da un unico fattore: la propositività.

LaPresse/ Marco Rosi
LaPresse/ Marco Rosi

La prima di queste si chiama Gonzalo Higuain. Si è iniziato a parlare di lui già nell’estate scorsa, quando a Ibiza il Pipita si faceva notare per questioni di “rissa”. E tutti a chiedersi come avrebbe fatto a incastrare questo suo carattere fumantino con gli allenamenti “al drone” di mister Sarri. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Higuain è rimasto l’ultimo “top” in Italia, o quasi. È uno di quei giocatori che riesce a far parlare, tramite le sue giocate e suoi gol, del campionato italiano anche all’estero; è l’erede ultimo di un periodo in cui sui campi del nostro stivale giocavano tipi come Maradona, Van Basten, Platini. In Europa da 10 anni, portato al Real Madrid da una scelta lungimirante di Fabio Capello, Gonzalo a Napoli sta imparando a giocare da 9 moderno. Colpi di testa, cinico ed essenziale davanti alla rete, pronto a spaziare per tutto il fronte d’attacco: Gonzalo ha capito in fretta, grazie anche alle parole e al gioco di Sarri, che il centravanti di oggi deve, soprattutto, aiutare la squadra a vincere. E questo, Higuain, lo fa molto bene. Il Napoli, e tutto il campionato, ringraziano.

LaPresse/ Valter Parisotto
LaPresse/ Valter Parisotto

La seconda stella si chiama Eusebio Di Francesco. Allenatore del Sassuolo, la squadra italiana che ha espresso la parola “magìa” all’interno di questo campionato troppe volte banalmente e noiosamente pragmatico. Di Francesco è il teorico del 4-3-3 che diverte il pubblico e fa diventar pazzi i rivali. Di Francesco è “stiloso”, con quel suo look da giovane imprenditore all’assalto. Di Francesco crede nel lavoro, nella conoscenza, nell’applicazione. Di Francesco crede nel concetto e nella forza del “gioco di squadra!” E il suo Sassuolo ne è la prova provata: gioca bene anche cambiando gli interpreti dello spartito. E vince, sempre più spesso. Non è un caso che Berlusconi lo abbia complimentato e “avvicinato”. Pare abbia visto in lui il nuovo “Arrigo”.

Badolato/Lapresse
Badolato/Lapresse

La terza stella del nostro personale firmamento è la Juventus. Lo avevamo detto e scritto in tempi non sospetti. Quando lo Juventus Stadium sembrava essersi scordato di tutto quello che aveva appena vinto o sfiorato. Esibendo cori contro Allegri e compagnia. Erano bastate dunque poche partite a scordare tutto quello fatto? Pareva di sì. Si sa, il tifoso è cieco, spesso e volentieri. Noi avevamo scritto che la sola cosa importante era fare gruppo, e stare uniti. Avevamo paragonato la Juve a una nave il cui equipaggio era solo un po’ stanco, e Max Allegri a Massimo Decimo Meridio, condottiero valoroso che avrebbe avuto la calma di ragionare sul da farsi anche in condizioni difficili. Bene, così è stato. Il comandante ha riformato il gruppo, e la nave bianconera è tornata a solcare i mari che conosce meglio: campionato e coppe. Inanellando una serie di risultati da fare rabbrividire qualsiasi avversario. Bravo l’allenatore, brava la squadra, bravi i senatori, brava la società. Esempio per tutti. Da seguire, ammirare, emulare.

Condividi