Gli sport che non potremo mai praticare davvero: il Quidditch di Harry Potter

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Nato dalla fantasia di una scrittrice britannica lo sport praticato nella saga del film “Harry Potter” ha conquistato milioni di ragazzi (e non solo) che si sono appassionati ad esso quasi come ad uno sport vero: ecco a voi il Quidditch

Ci sono molti sport insoliti, poco conosciuti ed a volte bistrattati. Solo pochi di voi sapranno di cosa parlo quando nomino il curling, altrettanto pochi conosceranno le regole del badminton e solo qualcuno di voi ha mai pensato che possa esistere una federazione italiana di bocce. Questi sport seppure di secondo piano rispetto a pratiche sportive più seguite come il calcio, potrebbero un giorno essere praticati anche dai più scettici di voi, mentre quello di cui ci accingiamo a parlare è una disciplina sportiva anomala in quanto non potrà mai essere praticata.

Campo_da_QuidditchNato dalla fantasia della scrittrice J.K. Rowling, la famosa “mamma” di Harry Potter, e poi realizzato nel film della saga, il Quidditch ha conquistato l’attenzione di un folto pubblico e porta con sè la sagacia di sport realmente esistenti.

La narratrice britannica infatti ha intavolato una serie di regole ben precise per questo sport fantastico. Tali regole però, oltre alla normale prassi sportiva, includono componenti come le scope volanti ed i bolidi magici impossibili da trovare nella vita reale. Nella saga del piccolo maghetto con gli occhiali, diventato l’idolo di molti ragazzi, il protagonista pratica ed è un autentico portento nel Quidditch.

quidditch-buscadorIn cosa consiste questo sport quindi? Usando le parole dell’autrice del libro il Quidditch prevede: “una squadra formata da 7 giocatori: tre cacciatori, il cui compito consiste nel segnare i punti facendo passare la Pluffa (una palla rossa grande come un pallone da calcio) in uno degli anelli posti all’altezza di 15 metri alle due estremità del campo; due battitori provvisti di due mazze robuste per respingere i Bolidi (due pesanti pale nere che sfrecciano in giro cercando di colpire i giocatori); un Portiere, che difende gli anelli, e il cercatore che ha il compito più difficile, quello di acchiappare il Boccino d’Oro, una pallina alata grossa quanto una noce la cui cattura pone fine alla partita e fa guadagnare alla squadra del cercatore centocinquanta punti extra”.

Lo sport che J.K. Rowling immagina poi è arricchito con un vocabolario costruito su misura. Proprio come accade negli sport più reali infatti non solo le varie attrezzature hanno un nome specifico e tecnico, ma anche le mosse dei giocatori e le tattiche da mettere in atto sono precise e definite quasi come fossero reali.

gal-quidditch-4-jpgOgni scopa in dotazione, ad esempio, sarà un esemplare a se stante con  caratteristiche sue proprie (esattamente come accade ai vari modelli di auto e moto che sfrecciano sulle piste dei campionati di tutto il mondo). Dalla Stellafreccia, modello di manico di scopa piuttosto scadente, alla Nimbus 2000, fino alla Firebolt di Harry Potter, ultimo modello degli esemplari esistenti sul mercato con proprietà aerodinamiche fantastiche ed assetto meccanico superbo, il panorama fantastico della Rowiling si amplia verso confini fino ad allora inesplorati.

Grazie alla Finta Wronsky o al Giro della Morte poi sarà facile aggirare l’avversario e tendergli un tranello. Come potrebbero mancare poi un Campionato Nazionale ed un Campionato del mondo di Quiddich, vinto nell’anno in cui stato è scritto il libro dall’Irlanda?

Insomma nonostante questo sport non esista e non possa essere praticato, per ovvie ragioni, l’inventrice di questo splendido racconto non ha lasciato nulla al caso. Chissà che un giorno con l’aiuto di tecnologia e fantasia anche questa pratica sportiva possa annoverarsi tra le categorie del nostro giornale.

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