Una nuova testimonianza sulla morte di Marco Pantani: una escort afferma di aver incontrato Pantani nel Residence Le Rose
Si è tenuta ieri a Rimini l’udienza dell’inchiesta bis sulla morte del “Pirata”. A 12 anni di distanza dalla scomparsa di Marco Pantani ancora non si è riusciti a scoprire quali siano state le reali cause della sua morte: mix di droga e medicinali o omicidio? Il gip Vinicio Cantarini ha deciso di rinviare la decisione che, una volta presa non prevederà un’ulteriore udienza, ma verrà direttamente comunicata alle parti. Durante l’inchiesta è spuntata una nuova clamorosa svolta: una testimone!
Si tratta di una escort sudamericana che, presentatasi spontaneamente ai Carabinieri, ha dichiarato di aver incontrato il “Pirata”, proprio nel Residence Le Rose, dove è stato trovato il suo cadavere, qualche mese prima che morisse: “ho letto delle indagini sul ciclista, quello morto… Beh, tre mesi prima che accadesse in quello stesso residence dove è stato trovato cadavere, ci siamo incontrati. Lui aveva lasciato 500 euro al portiere: mi ha reclutato dandomene 300, gli altri li ha tenuti come mancia. Poi sono stata fatta salire nella stanza di Pantani: era con un’altra persona…“. C’è però qualcosa che non va, perchè gli investigatori, dopo esser venuti a conoscenza di queste dichiarazioni, non hanno voluto ascoltare la donna.
Morte per overdose? Mamma Tonina e il suo legale De Rensis non ci credono e chiedono ulteriore indagini, chiedono risposte mai avute: “il consulente della Procura sostiene che Pantani sia morto per gli antidepressivi prescritti da un dottore che era il responsabile del Sert di Ravenna. E non vogliamo sentirlo per vedere se condivide questa tesi? Non vogliamo fare gli altri esami chiesti dallo stesso consulente?“, ha dichiarato De Rensis. Il portiere del residence, secondo il pm, avrebbe dichiarato che la stanza dove si trovava Pantani era chiusa dall’interno, ma l’avvocato della famiglia Pantani afferma che “non è così: basta leggere le parole riferite da Pietro Buccellato (il portiere, ndr) agli inquirenti. C’è scritto testualmente “pensavo a una fuga del cliente per non pagare il conto, con la porta chiusa andando via“. Chi era dentro poteva benissimo uscire“. Si saprà mai la verità? Il giudice prenderà in considerazione tutte le richieste di mamma Tonina e dell’avvocato De Rensis? Speriamo di saperlo presto.