Parla Lippi: “Pronto a tornare in panchina. Allegri il mio erede, Ancelotti il migliore di tutti”

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Dal desiderio di tornare in panchina all’elogio ad Allegri e Ancelotti: le confessioni di Marcello Lippi

La voglia di tornare ad allenare che diventa sempre più insistente con il passare dei giorni, Marcello Lippi pronto ad una nuova avventura in panchina. “Ho detto basta alla Cina ma non ero stanco di calcio, non volevo stare lontano da casa. Ho voglia di calcio, mi ritrovo a vedere partite e pensare a cosa farei, chi sostituirei. Se capita l’occasione, bene, altrimenti fa lo stesso”. Parla così Marcello Lippi ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Lui, ex allenatore della Juventus, elogia Allegri da molti indicato come il suo erede: “E’ concreto, ha buone conoscenze tecnico-tattiche, sa cambiare in stagione e anche a partita in corso, come facevo io. E ha coraggio. Non era mica da tutti mettere Morata in panchina e individuare in Mandzukic la rabbia e la cattiveria per scatenare una rincorsa fantastica a cui non credeva nessuno”.

Secondo Marcello Lippi, però, il migliore allenatore al mondo è un altro italiano: “Anche se il numero uno al momento è Ancelotti. Nessuno come lui. Grande esperienza da calciatore e poi da allenatore accanto a Sacchi. Ha vinto in ogni campionato e lo farà anche in Germania. Soprattutto non c’è un calciatore che abbia mai detto una parola negativa nei suoi confronti. Ci vogliono qualità e cultura calcistica”. Anche se in Serie A i bravi allenatori non mancano di certo: “Sarri ha smentito un luogo comune, dimostrando che in tre mesi si possono trasmettere le proprie idee e conquistare i giocatori, da Higuain all’ultimo. Sousa in certi momenti gioca il calcio più spettacolare, brillante e verticale, e ha grandi doti di comunicazione. Di Francesco gioca un calcio organizzatissimo, atletico, aggressivo, moderno, sorprendente”.

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