Nebbia su San Siro: perchè il Milan ha smesso di vincere

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A Milano, con il Milan e i suoi tifosi: ‘miha’ dei pirla

L’albero marcio crolla improvvisamente. L’albero marcio collassa in un solo istante. Prima, però, è marcito. E per marcire, completamente, ce ne mette di tempo. Solo un contadino disattento o svogliato non si accorge dei segnali che l’albero manda nel frattempo. Muffe, puzze, colori.

allegri La situazione dell’albero che sta marcendo ed è prossimo al collasso ricorda molto quello che sta vivendo la società A.C. Milan da un po’ di anni a questa parte. Forse tutto cominciò a precipitare, in maniera seria, il giorno dell’esonero di Massimiliano Allegri. Allegri aveva vinto con una formazione non “da sogno” uno scudetto non semplice da conquistare sul campo. Eppure non bastò. Fu costretto a lasciare Milano e il Milan. Quello che ha fatto Allegri nel “dopo-Milan” basterebbe da solo a dimostrare quale macroscopico errore fu il suo allontanamento. Ma fu solo l’inizio. Quello che è seguito è stato anche peggio. A cominciare dalle promesse estive mai mantenute riguardanti il sogno da abbonamento chiamato Ibra.

l-esultanza-di-zlatan-ibrahimovic Addavenì, Ibra. E dopo il sogno svanito a nome Ibra, ecco arrivare sulla panchina del Milan un ex interista che aveva dichiarato odio viscerale nei confronti della casacca rossonera; Miha roba da poco. Ma si sa, il calcio di oggi non ha più bandiere né amore. Ecco così aprirsi la strada per il ritorno (che pareva impossibile viste le parole spese dal presidente nei suoi confronti) della “mela marcia” Balotelli. Il ritorno di SuperMario ha portato alla squadra milanese la bellezza di 1 gol. Davvero non male come rientro. Ma di figlioli prodigi è pieno il mondo. Così torna rossonero anche Boateng.

LaPresse/Spada
LaPresse/Spada

Evidentemente alle casse di Silvio costava meno far tornare il Boa a Milano che continuare a pagare i viaggi aerei di Melissa dalla Germania all’Italia per partecipare a TikiTaka. Nel frattempo, in questa situazione non idilliaca, l’uomo più fischiato dai tifosi rossoneri viene confermato: Montolivo sarà ancora rossonero. Perché, viene da chiedersi? Ma così va il mondo. E così va il Milan. Un Milan che ha un presidente sempre più defilato e ben 2 Amministratori Delegati. Chi comanda, a CasaMilan, nessuno, oggi, lo sa. Su tutto quanto visto, scritto e successo finora, pesa come un macigno la leggenda di Mister B, fantomatico personaggio partorito dalla mente illuminata di qualche fine manipolatore di menti. Mister B doveva essere l’ancora di salvezza, l’ossigeno vitale, la scossa necessaria al Milan per tornare a competere ad alti livelli. Mister B è scomparso. Si è sciolto come neve al sole. Forse a causa di questo inverno troppo caldo.

LaPresse/Alfredo Falcone
LaPresse/Alfredo Falcone

E i 480 milioni in arrivo dalla Cina sono scomparsi in compagnia di Mister B. Per tutto questo, e molto altro, il Milan è in crisi. Perché tutto quello che ha permesso al Milan e a Sacchi di vincere, oggi non c’è più. Perché lo stadio è vuoto. Perché la curva sta a casa. Perché Inzaghi e Seedorf non sono stati dimenticati. Perché Balotelli e Boateng non sono Ibra e Thiago Silva. Perché Mihajlovich dice che Berlusconi parla di calcio con il suo permesso ma è anche vero che Mihajlovic allena il Milan solo se ha il permesso di Berlusconi. Perché ci si può lamentare di un fuorigioco sbagliato e di un rigore non dato, ma come cantava De Gregori, “non è mica da questi particolari, che si giudica una squadra come il Milan”. Il Milan lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia.

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