Massimo Maccarone, attaccante dell’Empoli, ripercorre tutta la sua carriera: dal passato al Milan al presente e… futuro con la squadra toscana”
Una carriera dedicata a far gol, la sua passione. In Italia, all’estero, nelle coppe europee. “Mi sono tolto qualche bella soddisfazione, anche se Delio Rossi non stravedeva per me a Palermo. Ma ricordo anche il gol segnato in Uefa in semifinale col Middlesbrough, la finale persa contro il Siviglia… In Europa ci sono piccoli club che vanno in Europa, in Italia è più difficile, ma se hai l’organizzazione puoi farcela”. Spontaneo e diretto, benvenuti nel mondo di Massimo Maccarone.
L’attaccante dell’Empoli si racconta in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, tra presente, passato e un futuro che lo vedrà ancora protagonista sui campi di calcio: “Continuerò a giocare fino a 40 anni, forse anche oltre: l’importante è avere sempre la voglia. A 36 anni comincio a essere rigoroso con me stesso com’era Filippo Inzaghi. Voglio farlo per l’Empoli, per conservare la Serie A, che è ancora il nostro obiettivo”.
Immancabile un pensiero al passato, al Milan: “Mi sarebbe piaciuto forse esplodere nel Milan, in cui sono cresciuto. Ma avevo troppi campioni davanti. Ricordo Sacchi e Capello che mi urlava dietro in allenamento. E i compagni mi dicevano che se aveva scelto me per urlare vuol dire che ci teneva. Ero il suo figlioccio. Avevo pure un ottimo rapporto con Kluivert, Sebastiano Rossi e Costacurta”. Per Maccarone in carriera, tanti gol e… soprannomi: “Big Mac? Me lo sono pure fatto tatuare sul braccio. Ma a Empoli gira molto anche “Macca”. E mi piace quando qualcuno mi chiama “Piccolo Vialli”, il mio idolo in assoluto”.