Le reazioni della Russia alle accuse della Wada: dalla rabbia alla paura

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La Russia, accusata dalla Wada, prima si difende con forza, poi abbassa i toni e svela la sua paura

La Russia ha replicato: le accuse della Wada e la richiesta di sospensione di 2 anni per aver infangato e monopolizzato il mondo dell’atletica con un vero e proprio sistema doping sono state dirompenti, per questo ci si è affidati al ministro dello Sport, il fedelissimo di Putin Vitaly Mutko, che ha negato tutte le accuse: “La Wada non ha il diritto di sospendere. Le conclusioni della commissione non sono sostenute da prove e non contengono fatti nuovi. Se si legge il rapporto è scritto più o meno così: secondo le nostre informazioni c’è l’influenza dello Stato, rappresentato dal ministero, su tutto questo sistema. Non abbiamo le prove, però allo stesso tempo riteniamo che questa (influenza, ndr) ci sia. Ma che tipo di accusa è? La Russia non ha mai insabbiato i problemi legati al doping. Se ci sono stati casi di corruzione legati all’uso di sostanze proibite da parte di alcuni atleti, non potevamo esserne a conoscenza prima. Ne siamo venuti a conoscenza dai mass media e ci atteniamo alla smentita del ministro dello Sport. Della distruzione dei campioni ai laboratori dell’antidoping di Mosca la Wada era a conoscenza, la distruzione stessa è avvenuta su ordine della Wada”.

LaPresse/Reuters
LaPresse/Reuters

Il giro di commenti continua con il presidente dell’agenzia antidoping russa, Nikita Kamayev che in una intervista alla Tass ha detto: “Quello che vedo è un rapporto ancora in fase di bozza e dichiarazioni senza l’ombra di una prova. Questo vale anche riguardo alle accuse di tangenti offerte dagli atleti. Non vedo alcuna logica. Tutte le accuse al momento sono prive di fondamento”.

Le reazioni e le dichiarazioni però, con il passare delle ore, sono cambiate leggermente nei toni, diventando più preoccupate e avvicinandosi al problema, con un comunicato espresso direttamente dal Dicastero: “Rispettiamo la Commissione della Wada – si legge nel comunicato rilanciato dalle agenzie -, ma non riteniamo che nelle competenze della Commissione vi sia il predeterminare ulteriori azioni delle organizzazioni sportive internazionali, dove i rappresentanti del movimento sportivo della Russia sono membri a pieno titolo, ha contrattaccato Mosca”. Il dicastero, guidato dal ministro Vitaly Mutko, ha poi ammesso di essere consapevole dei problemi dell’atletica nella Federazione russa, di voler lottare contro il doping e di aver fatto di tutto per rimediare alla situazione.

Ancora duro invece Vadim Zelichenok, presidente ad interim della federazione stessa che aggiunge: “La richiesta è contro le regole Iaaf e dovremmo avere il diritto di difenderci. Chiederemo tempi lunghi per poter rispondere alle accuse”.

La situazione è grave: oramai neppure in Russia si cerca di nascondersi sotto la sabbia.

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