“Gli speroni nuovi e vecchi”: i San Antonio Spurs tra passato e presente

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La squadra dei San Antonio Spurs orfana d’italianisi è però rinforzata con acquisti eccellenti, senza però dimenticare il suo passato e geni della pallacanestro come George Gervin

I San Antonio Spurs hanno perso gli italiani, Belinelli e Messina. In compenso hanno mantenuto nelle loro fila Tim Duncan e Manu Ginobili, mica roba da poco. E a questi due affidabili senatori hanno aggiunto due free-agent come Kawhi Leonard e Danny Green, due pedine importanti. A questo quartetto solido hanno fatto seguito le firme di altri 2 elementi molto importanti per la compagine: LaMarcus Alridge, il free-agent più quotato e desiderato del mercato, e David West, il cui arrivo è passato in secondo piano rispetto alle altre mosse di mercato degli Speroni ma il cui impatto psicologico ed emotivo è stato notevolissimo. Ecco quindi che gli Spurs, pur orfani della “parte italiana” si presentano al via del campionato NBA parecchio forti e decisi. A questo team così prestante verrebbe da aggiungere, se fosse possibile giocare col tempo, un giocatore degli Spurs che ha lasciato un segno indelebile nei tifosi di San Antonio per le sue giocate piene di fantasie e di imprevedibilità: George Gervin. Il numero 44, indelebile, così magro eppure così forte; dalle braccia e dalle gambe lunghissime, indipendenti, snodate, che gli permettevano tiri, entrate e soluzioni davvero fuori dagli schemi preventivati con la lavagnetta dall’allenatore. Gervin era genio e sregolatezza. Quel genio e quella sregolatezza che permettono di vincere partite già perse e che fanno innamorare per sempre i tifosi. Peccato che George Gervin abbia dato il meglio di sé sui parquet della NBA giocando per gli Spurs nel decennio 1975-1985. Adesso si gode le partite in pantofole. Su di una comoda sedia a dondolo. Senza più speroni.

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