Food&Sport: la storia di Braccio di Ferro e la potenza degli spinaci? Non era una bufala

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La boxe prevede agilità, tattica, concentrazione mentale e tanta energia per resistere sotto stress, non a caso nasce come “La nobile arte”: come possiamo aiutare i campioni di pugilato con un’alimentazionee gustosa ed adeguata? Ecco i consigli delle Marchese del Gusto

Tante generazioni sono cresciute col mito della forza, non necessariamente associata alla violenza. I supereroi sono forti, il papà è forte, i muscoli dei campioni lo sono, così come forte è la volontà di vincere. Da bambini la forza e la vittoria sono due mezzi per emergere e traguardi fini a se stessi. Oggi ci dedichiamo ad uno sport che, nell’immaginario collettivo è simbolo assoluto di potenza.
Il ring è il palcoscenico per eccellenza dello scontro one to one, del “ti metto al tappeto con le mie mani”: gli atleti sono uno contro l’altro, nudi e crudi.
In realtà siamo tutti coscienti che la boxe prevede agilità, tattica, concentrazione mentale e tanta energia per resistere sotto stress. Non a caso nasce come “La nobile arte”, come era descritta nel XVIII secolo, perché richiedeva coraggio, intelligenza e velocità, oltre che forza.

DSC_0002Al di qua del ring, impugnando guantoni da forno e sfidando gli ingredienti migliori a mani nude nella nostra cucina come possiamo aiutare i futuri campioni con un’alimentazione adeguata e gustosa?
Gli alimenti che possono supportare uno sforzo fisico del genere sono inaspettatamente molteplici e via via ci sarà spazio per ognuno di loro. Oggi iniziamo con la tradizione, sempre e comunque rivisitata in chiave gourmet.
Braccio di Ferro sosteneva che gli spinaci sono il primo ingrediente di muscoli vivi e tenaci e, ammettiamolo, siamo tutti stati infinocchiati da questa teoria, quando da piccoli non c’era verso di mandarli giù. Non lo capivamo, allora, che gli spinaci, oltre ad essere sani, energizzanti e pieni di vitamine, possono anche essere straordinariamente buoni, con qualche accorgimento.

IMG_0106Ecco la proposta delle Marchese per vincere la noia della versione lessata, in un periodo in cui il nostro fruttivendolo di fiducia straborda di mazzetti di un verde corroborante.  Niente di meglio per omaggiare il ring, in chiave tutta femminile. Per un buon risotto, la base è il brodo fatto in casa: niente dadi in scatola ma verdure fresche fatte bollire ad arte.
Il brodo ideale cuoce lentamente per tutto il pomeriggio – tanto più se lo si fa di carne- quindi il consiglio è prepararne in gran quantità nelle domeniche piovose, con un calice di buon rosso al proprio fianco e tutto il gusto di un procedimento semplicissimo e rilassante: dopotutto basta bollire le verdure e lasciare che l’acqua si tinga delle loro squisite sostanze primarie.  Se invece vivete dove splende sempre il sole, beh armatevi di pentola a pressione e sarà sufficiente una mezz’oretta per avere comunque un brodo naturale e senza conservanti.

Il classico vegetale è dato da carota, sedano, cipolla e patata, ma noi che siamo fedeli alla creatività in cucina l’abbiamo preparato con patate, cipolle e un pugnetto di spinaci freschi, a fare da trait d’union al condimento del nostro risotto. Una volta fatto il brodo, occorre mantenerlo bollente nel corso di tutta la preparazione, tenendolo a portata di mestolo. Ecco l’occorrente per 4 persone, ovvero I due pugili e le loro metà.

Ingredienti:
320g di riso carnaroli superfino
1 cipolla e ½
300g di spinaci freschissimi
Scaglie di grana quanto basta
1 robiola da 200g
3 fette di speck tagliate spesse

Procedimento:
Tagliare finemente la cipolla e farla soffriggere in olio extra vergine di oliva fino a che non sarà dorata. Unire il riso e farlo tostare a fiamma media insieme alla cipolla, mescolando in maniera energica fino a che i chicchi non avranno assunto una colorazione semi-trasparente. Aggiungere il brodo bollente, un mestolo alla volta, abbassando il fuoco in modo da far sobbollire il riso, evitando che si attacchi al fondo delle pentola. Un piccolo accorgimento: il riso non va girato in continuazione ma, al contrario, smosso il meno possibile per evitare la perdita dell’amido dai chicchi, responsabile di un risultato colloso e molto meno piacevole.
La cottura del risotto impiega circa 20 minuti, tuttavia preferiamo consigliarvi l’assaggio dopo 15, per controllarne l’avanzamento e soprattutto per salare e pepare quanto basta. Quando mancano circa due minuti alla fine della cottura, aggiungere gli spinaci a crudo, spezzettati al coltello e a seguire la robiola, che consigliamo al posto del burro per mantecare.

Agli amanti dei formaggi cremosi consigliamo di non lesinare e usarla tutta, altrimenti basterà inserirne una metà o tre quarti, regolandosi a piacimento.Il risotto, prima ancora che il prodotto esatto della ricetta, deve essere un piacere per il palato e ogni palato è diverso dall’altro.

Per l’impiattamento, attendere due o tre minuti in cui il risotto riposerà a fuoco spento.Noi abbiamo utilizzato uno stampo quadrato per far assumere al nostro piatto una geometria piacevole a vedersi. Aggiungere scaglie di grana come se piovesse e speck stagionato, tagliato a listarelle e passato in forno per tre minuti, giusto il tempo di renderlo più asciutto e croccante al palato (magari proprio mentre il risotto riposa). Le Marchese consigliano di abbinare un calice di Marsala, possibilmente un po’ invecchiato: un vino forte, agile e intelligente.

Abbinamento azzardato?
Come tutti i campioni sanno “Chi non osa, non speri in nulla”

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Le Marchese del Gusto

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