Fassone spiega i motivi dell’addio all’Inter

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A quasi 2 mesi dal divorzio dall’Inter Marco Fassone vuota il sacco

Intervenuto ospite alla trasmissione “Monday Night” di Sportitalia, Marco Fassone, ex direttore generale dell’Inter, è tornato a quasi due mesi dall’accaduto sull’inattesa separazione dalla società guidata da Erick Thohir: era il 18 settembre e da allora aveva regnato sovrano il silenzio. Stavolta però, Marco Fassone non ha potuto evitare le domande più scomode.

“Non posso negare che il licenziamento mi abbia fatto male, ho provato a darmi una spiegazione senza riuscirci. Credo, ma questa è una mia idea e non è detto che sia la ragione primaria che abbia indotto il presidente a fare questo, che il dualismo che si era generato con l’amministratore delegato, abbia indotto Thohir a ritenere che ci debba essere un’unica figura a capo della società, con pieni poteri. Così ha fatto la scelta che lui ritiene più giusta, affidando la responsabilità del club all’uomo che ha scelto lui. Il ruolo di Mancini nel mio allontanamento? L’ho visto dispiaciuto, ho avuto un ottimo rapporto con lui” – queste le prime parole di un triste Fassone.

Eppure il mercato estivo di Fassone era stato incredibile, chiuso con un disavanzo minimo visti i tanti nuovi innesti: “Quando fai 100 milioni di operazioni in entrata, quasi 100 di operazioni in uscita, non è che puoi fare il farmacista e finire a zero. Abbiamo finito con un disavanzo di 6 milioni, se non ho capito male. Che non dovrebbe essere difficile, se il presidente riterrà, colmare nel mercato di gennaio”. 

LaPresse/REUTERS
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C’è tempo anche per promuovere le cessioni volute nel mercato e spiegare i suoi piani attuali e futuri: “Avevamo individuato 2-3 nomi da sacrificare, quando nella settimana di Ferragosto non erano state effettuate delle vendite per sanare il bilancio abbiamo deciso di cedere Mateo e col senno di poi dico che è stata un’operazione necessaria. Adesso mi godo la famiglia, per il futuro aspettiamo e vedremo…”

Un altro signore del calcio, fuori dal mondo del pallone italiano immeritatamente.

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