Del Piero si racconta: “l’addio alla Juve fu devastante. Con la Germania la gara più bella. Io allenatore? Vediamo…”

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Alessandro Del Piero ripercorre la sua carriera intervistato da Walter Veltroni: “Se penso a Moreno mi viene da ridere. Futuro da allenatore? Tre anni fa avrei detto di no, adesso…”

Walter Veltroni intervista Alessandro Del Piero. L’ex Sindaco di Roma,  grande appassionato di calcio, ha intervistato l’ex fuoriclasse della Juventus sulle pagine del Corriere dello Sport. Tanti i temi affrontati nel corso della chiacchierata, immancabile un riferimento ai Mondiali e al futuro. Ma Del Piero, inizia dalla fine, dall’ultima gara con la maglia della Juventus: “E’ stato devastante, si sono intrecciate emozioni fortissime. Era stato un anno difficilissimo per me, avevo giocato poche partite ma segnato goal decisivi e quando uscii dal campo, all’inizio della ripresa, sentii un groppo alla gola. Mi ricordo poco le parole di quel momento. Ma tutto si fermò. I giocatori avversari, l’arbitro, i miei compagni. Il pubblico era tutto in piedi e ci rimase per minuti. Loro ringraziavano me delle emozioni che gli avevo fatto vivere per quasi vent’anni. E io, alzandomi sul sedile e salutandoli, dicevo loro il mio grazie. Fu come un tempo sospeso, un magia vera”

Dal campo alla panchina, per Del Piero possibile futuro da allenatore. “Tre anni fa avrei detto di no alla possibilità di fare l’allenatore, senza dubbi. Ora ci ragiono. Lo sto analizzando. E’ un lavoro complesso, molto affascinante, che consente di vivere il calcio con una visione. Sia chiaro, non mi sono iscritto a nessun corso. Io ho lavorato, più a lungo, con tre grandi: Capello, Ancelotti, Lippi

Album dei ricordi che si apre, Del Piero rivela la partita che più lo ha emozionato: “La più intensa, travolgente, fu la semifinale con la Germania. Quei supplementari, il goal di Grosso e poi il mio, al termine di un’azione collettiva bellissima. Stavamo battendo una squadra fortissima, in casa sua. Io non mi perdono mai nessun errore. E quelli della finale di Euro 2000 mi pesarono molto. Alla fine della partita ero a pezzi. Fortuna che sei anni dopo mi sono fatto perdonare. David Trezeguet segnò, in quella finale, il golden goal che assegnò la coppa alla Francia. Sei anni dopo fu lui a sbagliare il rigore decisivo per la vittoria nei mondiali”.

Spazio anche al dispiacere più grande di una carriera unica: “Sinceramente mi viene da ridere a pensare che Moreno, tre anni dopo  Mondiali del 2002, fu arrestato per spaccio di cocaina. Mi dispiace perché quella era una Nazionale fortissima e avremmo potuto vincere quel Mondiale se quel sedicente arbitro, un tipo da spiaggia, non avesse cambiato il destino del torneo”.

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