Appassionati e procure: riprendiamoci la gioia di un prato verde, di due porte e di una fontanella

SportFair

Basta poco per essere felici, un po’ di semplicità, tanti amici con una passione in comune, un campetto, due porte (anche immaginarie) e voglia di divertirsi

Leggendo le recenti cronache sportive ci si accorge che di sport, attaccato ai denti di questi veri e propri squali mangiasoldi, ne è rimasto davvero poco. Soprattutto nel mondo del calcio. Così sale la nostalgia. Perché alla fine, chi davvero ci rimette, sono proprio gli appassionati di calcio; quelli veri, quelli puri. Quelli che hanno iniziato a tirare calci ad un pallone mettendo due felpe da una parte e due maglie dall’altra, dando così vita a meravigliose e infinite partite in cui in palio c’era solo la soddisfazione di tutti i giocatori nell’essere partecipi di un sogno. Appassionati di calcio: quelli che ci mettono giorni a organizzare una partita “scapoli-ammogliati” perché tutto deve essere perfetto, dal campo alle maglie passando per l’arbitro. Gli appassionati: sportivi che trascorrono ore a scegliere i nomi delle loro squadre, che dovranno essere simili alla squadra amata ma anche definire senza dubbio l’appartenenza a una città o a una zona di una città. Ecco nascere, spontanee, squadre come il Real Trani o l’Internazionale Vittoria. Immaginare gli appassionati di calcio discutere oggi di procure, di diritti televisivi, di società svizzere, di fiscalisti, di sistemi di potere, di aste infuocate e di finanziatori fa stare molto male. E rende tristi. Cupi. La parola, quindi, dopo tante schifezze lette e vissute, deve tornare a chi la merita, ai veri appassionati: occorre riprendersi la gioia di un prato verde, di due porte e di una fontanella per rinfrescarsi. Non c’è bisogno d’altro. In questa semplicità, da sempre, si nasconde l’essenza della felicità.

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