Totò Moscatiello, l’incarnazione del pugilato

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Totò Moscatiello è il pugilato, i suoi allenamenti sono uno spot per la boxe

Vedere Antonio “Totò” Moscatiello allenarsi in questi giorni per l’incontro che dovrà affrontare il 26 al Principe di Milano è uno spettacolo. Osservarlo lavorare, in silenzio, sotto le direttive del maestro Vincenzo Ciotoli, è un privilegio. Guardando Totò si impara. Non solo la boxe. Totò è un gran lavoratore. Suda. Fa fatica. Si abitua alla fatica. Se la fa amica. Per non doverla poi temere. Prima la corda, per un po’ di fiato. Poi la ginnastica, a riscaldare la forte muscolatura. A seguire, esercizi specifici: quelli voluti dal maestro in previsione del match imminente. E infine sul ring, per interminabili riprese: a schivare, a eseguire le serie, ad accorciare la distanza, a portare i colpi, ad andare avanti, sempre avanti. Per togliere il fiato al contendente. La testa sempre concentrata sul da farsi: l’avversario, la distanza, l’occhio che vede, il pugno che colpisce, veloce, potente, preciso. E via così, per ore. Gli allenamenti di Totò sono uno spot per la boxe. Sono la dimostrazione della bellezza e dei valori del pugilato. Quello che forma, forgia, fortifica. In silenzio. In palestra. Lavorando. Sodo.

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