Il Giappone che batte il Sudafrica ai Mondiali di Rugby è qualcosa di rivoluzionario, sovversivo, contro ogni logica e razionalità. Ma lo sport è molto altro: è cuore, è testa, è sacrificio. E il Giappone ieri ci ha dato una grande lezione culturale
Ha vinto per la sua cultura, ieri, il Giappone. E’ Davide che batte Golia, è una favola che ha emozionato e commosso il mondo intero. Sì, perchè ieri tutti abbiamo tifato Giappone quando a pochi minuti dalla fine era incredibilmente ancora in partita. Quando allo scadere aveva conquistato il vantaggio che con un facile calcio tra i pali gli avrebbe regalato i tre punti utili per un pareggio sicuro. Sarebbe finita 32-32, i giapponesi sarebbero comunque diventati eroi, avrebbero realizzato l’impresa di sempre, avrebbero scritto la storia. Ma hanno deciso di andare oltre, sorprendendo tutti, il pubblico e gli avversari. Nessun lancio verso i pali, mischia e tentativo di centrare una difficilissima meta che vale 5 punti, che vale la vittoria.
“Kyo to iu hi wo egao no kinen bi ni shiyo“, ha urlato il capitano Michael Leitch ai suoi compagni. E’ un antico proverbio giapponese, significa “Rendiamo questo giorno un giorno stellare“.
Ma prima dell’inizio della partita era stato il coach Eddie Jones a richiamare un altro proverbio che in Giappone viene tramandato dai tempi dei samurai di generazione in generazione, ben noto anche a lui che è nato in Tasmania da padre australiano e madre giapponese: “Ichinen iwa omo toosu“. Significa “la forza di volontà attraversa anche le rocce“. E allora i suoi ragazzi non hanno avuto dubbi: perché accontentarsi del pareggio? Cerchiamo la vittoria! Contro il Sudafrica il 95% delle squadre di questo mondiale in quella circostanza avrebbe centrato i tre punti che valevano il pari. Loro no. Loro sono giapponesi, e non veniteci a dire che “non avevano nulla da perdere“. Il pareggio era praticamente sicuro, e gli avrebbe consentito di diventare eroi nazionali.
Ma i giapponesi non fanno di questi calcoli, è la loro natura, è la loro cultura. E’ la grande lezione del Giappone ai Mondiali di Rugby, una lezione di sport ma soprattutto una lezione di vita. E adesso attenzione a questa squadra, che non ha certo intenzione di fermarsi qui.