Il fair play di Edoardo Eremin

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Quando il fair play e l’onestà in campo fanno rima con la parola vittoria

Lo sport ci insegna storie bellissime nelle piccole realtà, quando il fair play, l’aiuto per un avversario in difficoltà valgono davvero tanto perché a compiere certi gesti non sono campioni affermati ma giocatori per cui la vittoria in una singola partita vale spesso la sopravvivenza sportiva.

Edoardo Eremin è un nome che dirà poco anche agli appassionati di tennis più preparati: classe 1993, tennista attualmente al numero 483 del ranking mondiale, ma mai oltre la posizione 416 (best ranking), nativo di Acqui Terme (Alessandria), il giovane italiano si è reso protagonista di un gesto dai molteplici significati. Impegnato nel secondo turno di qualificazione al challenger di Portoroz (non proprio il tempio di Wimbledon …) contro il croato Androic, Eremin ha visto improvvisamente il suo avversario, avanti nel punteggio a inizio terzo set con break, rimanere senza … racchette. Quale occasione più ghiotta di alzare le mani e portare a casa una partita, peraltro da sfavorito, perché l’avversario si ritrova senza attrezzi da lavoro?

portorozÈ qui che Eremin si è dimostrato invece un grande uomo prima che un grande sportivo, prestando all’avversario una delle sue racchette. Pollo o onestà allo stato puro? Per la cronaca va detto che Eremin ha recuperato il break nel parziale decisivo vincendo l’incontro (sfiderà per l’accesso al main draw l’altro italiano Berrettini), ma avesse perso forse le valutazioni in merito sarebbero state diverse. Sicuramente un bel messaggio per giovani tennisti che spesso si ritrovano in campo a imprecare e sproloquiare se le cose non vanno come vorrebbero. Ci vorrebbero più Edoardo Eremin.

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