Inizia oggi l’ultima settimana del Tour de France: domani riposo, domenica la passerella di Parigi. Da oggi a sabato 5 super-tappe di montagna, Nibali tenta l’impresa
Inizia oggi l’ultima settimana del Tour de France che deciderà la classifica: tutto sulle Alpi, 5 tappe pazzesche tra oggi e sabato, i corridori potranno rifiatare soltanto domani nella giornata di riposo prima della passerella di domenica sugli Champs-Élysées a Parigi.
Strappare la maglia gialla dalle spalle del 30enne britannico-keniota Chris Froome sarà impresa ardua per tutti, ma dal secondo posto in poi il podio e la top-10 della classifica generale sono tutti da stabilire. Al secondo posto c’è il colombiano Quintana Rojas, 25 anni, con un ritardo di 3 minuti e 10 secondi; vicinissimo lo statunitense 26enne Tejay van Garderen, a 3 minuti e 32 secondi. Poi ci sono i due spagnoli, il 35enne Alejandro Valverde a 4 minuti e 2 secondi e il 32enne Alberto Contador a 4 minuti e 23 secondi. Sesto in classifica il gallese Geraint Thomas, 29 anni, la vera rivelazione di questo Tour de France, staccato di 4 minuti e 54 secondi. Settimo l’olandese Robert Gesink, anche lui 29 anni, staccato da Froome di 6 minuti e 23 secondi; ottavo il nostro Vincenzo Nibali, siciliano di Messina, vincitore dello scorso anno con un ritardo di 8 minuti e 17 secondi.
Lo Squalo dello Stretto si era preparato per fare il bis in maglia gialla a Parigi. “E’ molto più forte dello scorso anno” assicuravano quelli che l’avevano seguito nella preparazione fino all’inizio della corsa. E nella prima cronometro era stato il migliore. Poi le cadute, il tempo perso nelle tappe di pianura, lo sconforto. Nibali è rimasto indietro più che altro per un problema psicologico. Poi è cresciuto, ha superato lo shock di non poter competere per la vittoria, ha ritrovato le motivazioni e ha provato ad attaccare in tutte le salite. Sabato sul muro del traguardo è riuscito ad arrivare davanti a quasi tutti i big, soltanto Froome e Quintana l’hanno preceduto.
Adesso si arriva sulle Alpi, c’è profumo d’Italia. Sulle strade ci saranno tanti tifosi per lui, molti più di quelli che c’erano sui Pirenei. Si inizia oggi, arrivo a Gap dopo 11km di picchiata, quelle discese che allo Squalo piacciono tanto. Prima si scala il Col de Manse, 9km ad una pendenza media del 5,6%. Nibali ci proverà. E’ solo la prima chance.
Mercoledì 22 altro tappone alpino con 5 Gran Premi della Montagna, arrivo in salita a Pra Loup (6.2km di scalata al 6,5% di pendenza media), ma prima c’è il Col d’Allons, la salita più dura della giornata, 14km al 5,5%, gli ultimi 7km tutti con una pendenza superiore al 9% e Gpm a 22km dal traguardo. Nibali potrà provarci ancora.
Giovedì 23 le salite saranno 6, ma la più dura (il Col du Glandon) è posizionata a 40km dal traguardo: sono 22km di scalata ad una pendenza media del 5%, ma con rampe fino al 12%. Poi la discesa, e il Lacets de Montvernier a soli 10km dal traguardo: una salita breve ma dura, appena 3,4km ma con una pendenza media dell’8,2%. Ideale per lo Squalo, trampolino verso la vittoria.
Venerdì 24 c’è una tappa terribile, forse la più dura di questo Tour: 138km, 4 montagne tutte durissime. La prima subito dopo il via, il Col du Chaussy: 15.5km al 6,3% di pendenza media. Poi tanta pianura fino al Col de la Croix de Fer, una scalata di 22km al 7% di pendenza media e arrivo a 50km dal traguardo. Breve discesa e nuova scalata sul Col du Mollard (5,7km al 6,8% di pendenza media), nuova veloce picchiata prima dell’ultima ascesa con l’arrivo a La Toussuire (18km al 6,1% di pendenza media).
L’ultima fatica, venerdì, tappa di 110km ma con due storiche ascese: il al Col de la Croix de Fer dall’altro versante rispetto al giorno prima, 29km di ascesa al 5,2% di pendenza media con tratti al 12%, e al traguardo arrivo in cima all’Alpe d’Huez, 13,8km all’8,1% di pendenza media. Una delle montagne più leggendarie del ciclismo internazionale, spesso e volentieri scenario trionfale per i big italiani. Da Coppi (1952) a Guerini (1999) passando per Gianni Bugno (1990 e 1991) fino a Roberto Conti (1994) e Marco Pantani (1995 e 1997), adesso un italiano lassù non vince da 16 anni e sarebbe anche giunta anche l’ora di tornare a trionfare, magari proprio con la maglia tricolore di campione italiano. Capito, Squalo? Il podio e la gloria sono lì ad un passo: facci entusiasmare ancora!