Stranieri d’altri tempi (1): Chuck Jura, tra basket e violenza

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Un giocatore di basket, Chuck Jura in una Milano segnata dalla violenza

Chuck Jura arriva a Milano quando Milano è una città davvero violenta, una città che è palcoscenico involontario di lotte politiche e sparatorie malavitose. Sono gli anni di piombo. Siamo negli anni fra il 1972 e il 1979. La tensione a Milano è palpabile, quando sbarca in città questo giocatore di basket il cui soprannome, incredibile ma vero, è “lo Sceriffo”, a causa della professione del padre. Proprio per inneggiare al giocatore Jura, i tifosi della sua squadra, quella Mobilquattro poi diventata Xerox (seconda squadra della Milano a spicchi), trasformano uno slogan politico in un canto sportivo: da quel “lotta dura senza paura” che tanto terrore mietè per le strade meneghine, si arriva al “lotta Jura senza paura” dei palazzi del basket. Jura fu impareggiabile pivot da 30 punti a partita, infuocando il Palalido con le sue armi preferite: ganci, rimbalzi, tiri da fuori e aperture del contropiede. Armi sportive, da preferire, sempre e comunque, alle armi in uso negli anni 70 in una Milano che, per fortuna, fu.

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