Troppe cadute – troppi ciclisti: alla Liegi-Bastogne-Liegi un’altra volta la stessa scena

SportFair

Le gare ciclistiche mostrano come le troppo affollate flotte di ciclisti generino troppo spesso cadute e feriti

Anche ieri, in occasione della Liegi Bastogne Liegi si sono viste molte cadute di ciclisti. Troppe, a dire il vero. E le cadute dei ciclisti sono state una triste ricorrenza in questa settimana di corse nordiche. Va bene il vento. Va bene il pavè. Va bene il fango. Va bene la pioggia. Però sembra che le cadute siano diventate uno spiacevole appuntamento di tappa o di corsa. Sarà anche perché le biciclette sono sempre più leggere. Sarà anche perché i ciclisti sono sempre più magri. Sarà anche perché le velocità medie si sono alzate. Ma fa sempre un certo brutto effetto assistere alla caduta degli eroi. Vederli lì, stesi, per terra, sull’asfalto o in mezzo all’erba, feriti, disarcionati, fa male. Non è bello. E dà un’idea del ciclismo come di sport inutilmente pericoloso. La domanda che viene da porsi è: vale ancora la pena, nell’anno 2015, di avere così tanti corridori in gara? Le cose cambiano, nel tempo. E forse non è più così necessario avere grupponi così folti e così pericolosi. Sfoltire potrebbe portare a un miglioramento delle condizioni di gara. Forse.

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